Editoriale d’analisi sulle recenti dichiarazioni di Bernard Tomic che ha affermato pubblicamente di odiare profondamente il tennis a tal punto da considerarlo come un’esclusiva fonte di guadagno
Si può davvero odiare il tennis?
Dichiara Bernard Tomic, ex top 20 australiano: “Non ho mai amato giocare a tennis. Lo faccio solo per i soldi. Non nutro alcuna passione per questo sport: in pratica, lo vedo solo come un lavoro. Punto. Del resto, chi non vorrebbe lavorare come atleta professionista in uno dei principali sport a livello mondiale e guadagnare milioni impegnandosi solamente al 50%?”
Rebus sic stantibus, la risposta alla domanda iniziale appare tanto banale quanto sconcertante.
Del resto, Tomic non è certo il primo top player ad ammettere un senso di rigetto nei confronti della propria professione. Prima di lui ci erano già arrivati i vari Agassi (“Ho sempre odiato il tennis”), Kyrgios (“Odio il tennis, ma non saprei che altro fare”) e molti altri atleti minori che, non riuscendo a ottenere successo sul campo, cercavano la propria fama rilasciando dichiarazioni tanto sconsiderate quanto irrispettose nei confronti dei veri professionisti del nostro sport.
Ormai, anzi, la moda del rinnego è diventata una delle tendenze più diffuse del panorama tennistico e sportivo globale; purtroppo, questo non può che costituire un danno d’immagine difficilmente riparabile all’essenza intera del nostro movimento: cosa pensate che possa pensare un giovane che si sta avvicinando al tennis davanti a queste dichiarazioni? La risposta è semplice: la sua passione, senza dubbio sincera in origine, verrà prontamente annebbiata da fattori esterni che faranno percepire all’atleta, o persino allo spettatore, che il tennis non è un fine, ma solo un mezzo per guadagnare e quindi realizzare i propri interessi; insomma, uno strumento per godersi la vita.
Sapere inoltre che certe dichiarazioni vengano rilasciate in via esclusiva per una disperata mania di protagonismo è ancora più squallido e preoccupante, soprattutto perché costituisce uno schiaffo al volto vero del nostro sport: sono molti i tennisti che arrancano nei bassifondi delle classifiche mondiali e, malgrado questo, lottano, faticano e lavorano ogni giorno con il sogno di riuscire un giorno a raggiungere risultati degni delle loro capacità o, almeno, in grado di appagarli per lo sforzo profuso.
Questi sono i veri Campioni del nostro sport. Questi sono i veri professionisti ma, soprattutto, i veri uomini pronti, in campo come nella vita, a dare il 120% per conseguire i propri obiettivi con un agonismo sano e con uno spirito di sacrificio che merita solo tanta lode e ammirazione.
L’augurio è che quindi l’intero movimento prenda le distanze da questi esibizionisti, perché di questo si tratta, e invece si concentri, anche a livello mediatico, sulle storie più belle e toccanti che interessano il circuito mondiale a tutti i livelli di competizioni.
Del resto, passione, sacrificio e talento sono i fondamenti alla base del nostro sport.
Non vogliamo mercenari, grazie.