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Hanno speso 480 milioni di dollari organizzando uno show faraonico per la Formula 1 ma non sono stati capaci di sistemare i tombini. Uno su tutti, quello che ha rovinato completamente il weekend di Carlos Sainz sul tracciato cittadino di Las Vegas pochi minuti dopo il via delle prima Libere.
Un impatto involontario e devastante, perché il team ha dovuto sostituire in blocco parti vitali della sua monoposto a partire dalla batteria. Alla luce delle Qualifiche, con le Ferrari a dominare il gruppo, l’ennesima disdetta di una stagione storta per Maranello. Alla luce di quello che Liberty Media e FIA immaginano per il futuro della Formula 1, un vero disastro.
Il ritorno del Circus nella patria del gioco in Nevada vive di contrasti evidenti. Perché ormai la F1 è diventata un business che attira molti nuovi investitori, da una parte come dall’altra dell’Oceano. Qatar, Arabia Saudita, Bahrain, Abu Dhabi, ma anche gli Stati Uniti che hanno fatto di tutto per avere tre gare in calendario e le hanno ottenute.
In realtà però fino ad oggi l’unico appuntamento veramente convincente è stato quello di Austin mentre Miami in due edizioni ha dimostrato di essere molto glamour e poco spettacolo. L’attesa per Las Vegas, a 41 anni dall’ultima dimenticabilissima edizione, era molto alta anche alla luce delle promesse di chi ha organizzato.
Settore Vip venduto a prezzi dai 20mila ai 50mila dollari per una sola giornata e tutto esaurito (seimila biglietti andati via come il pane). Ma anche tribune, non quelle del rettilineo principale, vendute per la prima giornata di Libere a prezzi dai 200 ai 400 dollari.
Formula 1, è finita malissimo: sono tutti infuriati e le spiegazioni non convincono
I team hanno fatto tutto il possibile per offrire uno spettacolo adeguato, nonostante orari quasi impossibili per tutti. Nella prima giornata di Libere la seconda sessione doveva partire alla mezzanotte locale, perfettamente in linea con gli orari notturni nella capitale del gioco.
Il problema causato involontariamente dalla SF-23 di Sainz però ha provocato un ritardo di due ore e qui sono cominciati altri guai, quelli veri. Sessione ampliata a 90 minuti e iniziata alle 2:30 di notte, con gli spettatori che pazientemente hanno atteso al freddo, perché il Nevada non è Dubai in questa stagione.
In realtà però attesa vana per quelli che avevano il tagliando serale. Agli spettatori infatti è stato negato l’accesso e anche quelli che erano riusciti ad entrare prima sono stati fatti evacuare in fretta e furia dalla polizia. Cacciati senza nessuna spiegazione, se non quelle formali che successivamente hanno cominciato a circolare sui canali social del Gran Premio prima di un comunicato ufficiale che ha fatto solo arrabbiare di più.
La giustificazione? Gli agenti per la sicurezza avevano già lavorato tutto il giorno e avrebbero così dovuto fare ulteriori turni, compromettendo quelli dei giorni successivi. In più secondo le leggi del Nevada anche gli autisti degli autobus che dovevano riaccompagnare i tifosi nei loro hotel non potevano circolare oltre una certa ora. Infine c’erano da ripulire tutte le tribune e le aree circostanti in vista delle Qualifiche del sabato.
“Speriamo che i nostri fan capiscano, sulla base di questa spiegazione, che abbiamo dovuto bilanciare molti interessi”. In realtà non hanno capito, ma la Formula 1 di oggi è così: nessuna spiegazione, nessuna scusa e regolamenti intoccabili.