Tutto sognano di sbarcare nel mondo dei professionisti ma quello che è successo rappresenta un episodio troppo grave
Nonostante il talento cristallino che hanno mostrato poi nello sport che conta, quella è una strada che hanno percorso in molti. Perché se negli sport di squadra esistono i Settori Giovanili, in quello dei motori ci sono le Academy.
In Formula 1 al momento le più gettonate sono quelle Ferrari, Red Bull e Mercedes, ma un grande protagonista rischia di avere già finito la sua avventura. Da 22 anni, ancora prima dei trionfi in serie di Sebastian Vettel e Max Verstappen (per ora sette Mondiali in due) esiste il Red Bull Junior Team. Un modo per testare i giovanissimi driver direttamente in pista partendo dalle serie minori.
Di qui sono passato sia Verstappen che Vettel in passato, ma anche altri piloti attualmente nel mondo della F1. Come Alexander Albon e Pierre Gasly oppure Daniel Ricciardo e Carlos Sainz che poi aveva debuttato in Toro Rosso. Ma anche chi non frequenta più le piste a bordo di quelle monoposto, come nel caso di Vitantonio Liuzzi, Daniil Kvjat, Jean-Eric Vergne e Brendon Hartley solo per fare dei nomi.
Loro ce l’hanno fatta, altri si sono persi per strada perché la selezione naturale è molto alta e per arrivare al top serve costanza oltre che testa. Uno degli ultimi ammessi al Junior Team della squadra austriaca è stato il 15enne francese Enzo Deligny e anche per lui è stato scelto un percorso di crescita graduale.
Alla luce della sua giovane età, il francese ha debuttato quest’anno nella Formula 4 spagnola, un campionato già sufficientemente competitivo per testate le sue qualità. Così è arrivato all’appuntamento decisivo sulla pista di Montmelò a stretta distanza dal collega Cristian Ho, pronto per giocarsi il titolo. Ma per lui è stata una giornata da dimenticare.
Squalifica a vita: per lui il sogno della Formula 1 è già finito, i tifosi chiedono pene pesanti
Dopo essere scattato male dalla prima fila, ha provato a chiudere l’italiano Valerio Rinicella che lo stava superando. Una manovra simile a quella che aveva fatto tempo da Verstappen su Leclerc, ma con risultati quasi disastrosi.
Solo la prontezza di Rinicella, finito sull’erba, ha evitato che si schiantasse sul muretto a bordo pista. In più dopo essere rientrato in traiettoria ha costretto anche Theophile Nael ad uscire nella via di fuga di curva 2.
Così la direzione gara ha deciso di punirlo con un drive-through nella corsia dei box, debitamente segnalata. Il giovane francese però non ha rispettato l’indicazione e così è scattata la bandiera nera. Sui sarà fermato, direte voi. Invece no, ha tirato dritto concludendo secondo sotto la bandiera a scacchi e così a fine gara è stato anche squalificato.
Così sui social si è scatenata subito la bufera. Moltissimi hanno chiesto una punizione esemplare, partendo dalla squalifica almeno per una stagione, fino al ritiro a vita della licenza per correre. “Idioti come questo devono imparare che stanno giocando con la vita delle persone e non dopo che è troppo tardi”, ha scritto un utente.
In realtà per ora non è successo nulla, ma la palla passerà a Helmut Marko. Il potentissimo consigliere della Red Bull fin dall’inizio è anche responsabile del Junior Team e sarà lui a prendere una decisione definitiva.