Rivelato il motivo per cui la famiglia di Michael Schumacher mantiene il segreto sulle condizioni del sette volte iridato di Formula 1
Dieci anni. Tanto è passato dall’incidente sugli sci di Michael Schumacher che, da allora, vive in condizioni gravi ma mai del tutto chiarite dalla famiglia. Corinna, il figlio Mick e e tutti i cari dell’ex campione non hanno mai svelato come sta realmente Michael e oggi lo stanno tuttora supportando come possono nella loro abitazione in Svizzera.
Spesso, il Kaiser riceve visite da parte dei suoi amici più cari. Di tanto in tanto, Jean Todt, colui con cui ha condiviso i successi in Ferrari, è andato a trovarlo rilasciando anche qualche dichiarazione in merito, ma mai senza svelarne particolari circa le condizioni dell’amico.
Un silenzio che, quindi, indiscrezioni a parte, ora dura da quasi dieci anni (il prossimo 29 dicembre saranno dieci anni esatti) e che è sempre stato rispettato dai tifosi che hanno potuto ammirare le gesta in Formula 1 del sette volte iridato pur avendo la curiosità, inevitabile, di voler sapere come sta davvero il proprio beniamino.
Le sue condizioni forse non le conosceremo mai, ma intanto l’avvocato della famiglia Schumacher, Felix Damm, ha chiarito qual è il motivo che si cela dietro questa scelta di Corinna e dei figli.
Michael Schumacher, l’avvocato svela il motivo del silenzio
In un’intervista al giornale tedesco Legal Tribune Online, Damm che segue la famiglia da ben prima dell’incidente di Meribel, ha spiegato perché non sono state date ulteriori comunicazioni ufficiali circa lo stato di Michael.
“Con l’incidente, la pressione dei media è cambiata radicalmente – le sue parole –. Per allentarla, durante gli incontri con la stampa, dove erano presenti anche i medici curanti, sono state date le prime informazioni generali sulla salute di Michael“. Tali informazioni, ha poi aggiunto il legale, sono classificabili come “contenuti legati alla privacy“.
Da questa situazione, sarebbero derivate alcune problematiche legali per la famiglia. Questo perché, ha spiegato Damm “nessuno può rivendicare la riservatezza dei fatti che lui stesso ha volontariamente divulgato al pubblico“.
Per questo motivo, l’obiettivo è diventato tutelare la privacy dell’ex pilota. “Si trattava dunque di proteggere la privacy – ha poi aggiunto –. Abbiamo discusso più volte come farlo e abbiamo valutato anche se un rapporto finale sulla salute di Michael potesse essere la strada giusta“. Tuttavia, per l’avvocato, la vicenda “non sarebbe finita lì, anzi, ciò ci avrebbe costretto a dare aggiornamenti costanti sulle sue condizioni perché non sei tu a decidere quando l’attenzione dei media sull’argomento calerà“.
La questione sarebbe potuta tornare a distanza di mesi o anche di anni. Per non parlare di tutte le speculazioni che ne sarebbero derivate. Circostanza, questa, che ovviamente si è voluto evitare per proteggere Michael e la famiglia.