Jannik Sinner vince a Vienna e aggiunge un altro record alla sua collezione: finalmente ci è riuscito
Sbagliava chi credeva che a Pechino fosse accaduto per puro caso. Che Jannik Sinner avesse battuto Daniil Medvedev perché il russo non era in forma come al solito. Il fatto che a Vienna sia riuscito a bissare quel successo in meno di un mese è la prova del fatto che, oramai, non c’è avversario che non sia alla sua portata.
E il tennista altoatesino ieri non ha vinto “solo” il trofeo in palio all’Atp di Vienna, che aveva già più volte sfiorato in passato distinguendosi sul cemento indoor del Wiener Städtische. Ha vinto anche un pass – l’ennesimo per la verità – che gli garantirà l’accesso nella storia del tennis italiano.
Battendo per la seconda volta il numero 3 del ranking Atp, infatti, il nativo di San Candido ha tagliato un traguardo che farà sì che il suo nome riecheggi nella storia del tennis nostrano. Conquistando a soli 22 anni il suo decimo torneo nel circuito maggiore, Sinner ha eguagliato uno dei più grandi campioni della storia del tennis azzurro.
Ha raggiunto cioè lo stesso numero di titoli che si è aggiudicato Adriano Panatta nel corso della sua carriera, un record che la dice lunga sulle sue potenzialità e sulla sua precocità. Quattro di questi tornei li ha vinti nella stagione ormai agli sgoccioli, quella che l’ha definitivamente consacrato come mostro sacro del tennis internazionale, a riprova di come il 2023 sia stato decisamente il suo annus mirabilis.
Jannik Sinner rullo compressore: eguagliato Panatta
Il prossimo titolo, quello che speriamo possa agguantare quanto prima e che gli permetterà di superare Panatta, farà perciò dell’azzurro dei record il tennista italiano con più titoli nell’era Open. Nessuno dei suoi colleghi ancora in attività è riuscito, infatti, a fare meglio di lui.
Fabio Fognini, che pure ha dato un contributo determinante alla storia del tennis italiano, è stato ad un passo dall’eguagliare l’ex numero 4 del mondo Panatta, ma è ora fermo a quota 9 titoli. Sembrava stesse navigando a vele spiegate verso questo stesso traguardo anche Matteo Berrettini, che di titoli in tasca ne ha “solo” 7 per via della lunga scia di infortuni che ha oggettivamente mandato in fumo i suoi piani.
Il sanremese e il romano hanno fatto meglio, però, di altre due icone del passato, ossia Paolo Bertolucci e Corrado Barazzutti: il primo ha chiuso la carriera a quota 6 titoli, mentre il secondo ne ha vinti 5. Non ci possiamo proprio lamentare, insomma.