Non solo il brutto infortunio per il tennista ex top 50: adesso è arrivata anche la sentenza definitiva che sancisce la squalifica
Mentre la stagione sta ormai per volgere al termine, continuano a tenere banco i casi di di alcuni tennisti alle prese con vicende extra campo. Per l’ex numero uno del mondo del tennis femminile Simona Halep, ad esempio, è un vero e proprio calvario, squalificata per quattro anni per via dell’accusa di doping e delle irregolarità riscontrate sul suo passaporto biologico.
Un brutto colpo per la tennista rumena che adesso farà appello al Tribunale Arbitrale dello Sport, nella speranza che venga dimostrata la sua innocenza. Poi, c’è stato anche il caso Elias Ymer che, dopo esser stato squalificato per 18 mesi per aver saltato alcuni controlli antidoping, ha annunciato il suo ritiro dal professionismo a soli 25 anni quasi in segno di protesta.
Situazione simile ma diversa, invece, quella che riguarda Jenson Brooksby, anche lui accusato di aver saltato tre controlli antidoping. Il giocatore statunitense si era autosospeso a luglio in attesa della decisione dell’ITIA pur spiegando di non aver mai assunto sostanze dopanti e che il terzo controllo non è stato mancato per colpa sua. Ma ora è arrivato il verdetto delle autorità che sancisce la decisione definitiva, almeno in questa fase, sul suo caso.
Jenson Brooksby, che batosta: il giocatore non è d’accordo
In particolare, Brooksby è stato squalificato per 18 mesi, un anno e mezzo nel quale non potrà disputare alcun match ufficiale. Una mazzata per il 23enne di Sacramento che ha sempre sostenuto la sua innocenza.
Dopo l’emissione del verdetto, il giocatore ha pubblicato una nota sul suo profilo Instagram nel quale ha espresso tutto il suo dissenso nei confronti della decisione dell’ITIA. “Sono molto deluso della squalifica di 18 mesi per aver saltato tre test – le sue parole –. Non ho mai preso alcuna sostanza proibita nella mia vita e sono aperto e sincero con l’ITIA sul mio caso“.
Brooksby prosegue ammettendo la sua colpa nell’aver mancato i primi due controlli, ma il terzo, secondo lui, “non dovrebbe essere contato“. Questo perché l’addetto ai test anti-doping non si sarebbe assicurato della presenza del giocatore nella sua camera d’albergo nonostante ci fosse, ha spiegato l’ex numero 33 Atp.
Lo stesso addetto lo avrebbe chiamato solamente negli ultimi quattro minuti dell’ora nel quale doveva essere reperibile in camera ma al telefono personale. Solo che era silenzioso e Brooksby non lo avrebbe sentito.
Secondo lui, l’addetto doveva assicurarsi della sua presenza chiamando in stanza. Ciò non è avvenuto e dunque non sarebbe sua responsabilità per aver saltato il controllo. “Se l’addetto al controllo anti-doping avesse chiamato la mia camera almeno una volta – aggiunge –, mi sarei sottoposto al test sicuramente. Ero sveglio e non ho nulla da nascondere“.
Jenson Brooksby suspended for 18 months. Very similar case and suspension to the Mikael Ymer’s.
Should miss the entire 2024 season… pic.twitter.com/v8apLFcWnI
— José Morgado (@josemorgado) October 24, 2023
Adesso, il prossimo passo per Brooskby sarà fare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, lo stesso al quale si appellerà nei prossimi giorni anche Simona Halep. Per l’americano non è una situazione facile, anche perché era reduce da un infortunio alla mano che già gli impediva di giocare.