È davvero un momento no per Matteo Berrettini. Per il tennista azzurro, ancora alle prese con l’infortunio alla caviglia, è arrivata un’altra brutta notizia.
Una seconda parte di stagione da dimenticare per Matteo Berrettini. Proprio mentre sembrava stesse tornando ad esprimersi ad alti livelli, la sfortuna si è accanita ancora una volta sul ventisettenne tennista romano. Una scivolata sul cemento di Flushing Meadows, la caviglia che si storce, le lacrime all’uscita dal campo e il progetto di rilancio che sfuma in un istante.
Gli accertamenti a cui si era sottoposto qualche ora dopo l’infortunio avevano escluso complicazioni, rassicurando sia il giocatore che i suoi tanti tifosi. Ma alla fine il percorso di recupero e del conseguente ritorno in campo si è rivelato molto più lungo e difficile del previsto.
Matteo Berrettini ha dovuto dare forfait a tutti i tornei ai quali era convinto di poter partecipare: l’ultimo in ordine cronologico l’Atp di Stoccolma che avrebbe potuto sancire il suo rientro all’attività agonistica. Niente da fare purtroppo: la caviglia infortunata fa ancora i capricci tanto da far dubitare sui risultati emersi dagli esami effettuati i primi di settembre.
Berrettini, che disdetta: arriva altre brutte notizie
L’ulteriore pesante indizio sulla precarietà della condizione fisica di Berrettini è arrivato nelle ultime ore: il nome del tennista romano non figura infatti nella lista dei convocati diramata dal capitano della Nazionale italiana, Filippo Volandri, per le fasi finali della Coppa Davis in programma a Malaga a fine novembre.
E poiché le brutte notizie non giungono mai da sole, è anche giunta l’ufficialità in merito alla sua attuale posizione nel Ranking Atp. Sembra quasi inverosimile ma Berrettini in questo momento occupa la 90/a posizione della classifica mondiale. Una realtà difficile da accettare per un atleta che solo un anno e mezzo fa era lanciato ai vertici del tennis mondiale.
Dalla finale di Wimbledon del 2021 alla semifinale degli Australian Open del 2022, Berrettini occupava la posizione numero 6 nel Ranking e sembrava ormai prossimo a salire almeno fino al fatidico quarto posto raggiunto da Adriano Panatta nel 1976. Da quel momento è iniziata invece la discesa, graduale ma inarrestabile e dall’esito sconfortante.
La carriera del tennista romano negli ultimi diciotto mesi è stata inversamente proporzionale a quella di Jannik Sinner: il giovane altoatesino è riuscito lì dove sembrava poter riuscire Berrettini. Sono gli scherzi, a volte diabolici, del destino.