Il campionissimo serbo ha deciso di affrontare un tema molto delicato e ha lasciato tutti stupiti con la sua risposta
Novak Djokovic è legatissimo alla sua terra e proprio per questo giocare per la sua nazione è tra le cose da inserire al primo posto. Alle parole in questi anni sono seguiti anche i fatti.
Novak Djokovic fa sempre discutere, su qualsiasi argomento. D’altronde stiamo parlando del più grande tennista in attività e uno dei più forti di tutti i tempi (il più vincente per numero di Slam). Come ai tempi del Covid e della questione vaccino, adesso i temi che lo stanno tirando in ballo sono la rivalità con gli altri due mostri sacri, Federer e Nadal e le Olimpiadi.
Nadal aveva parlato di “frustrazione” per Nole, come motivazione per i suoi successi. Il voler essere a tutti i costi al pari dello spagnolo e dello svizzero lo aveva spinto a superarli in termini di vittorie totali e Major. Dopo qualche giorno, a mente fredda, il numero uno del mondo non ha voluto replicare in modo polemico, ma si è accontentato di dire che l’opinione di Rafa era rispettabile ma non condivisibile.
Djokovic, con il passare del tempo, ha assunto una consapevolezza diversa di se stesso, caricandosi sulle spalle la responsabilità di essere il migliore e continuando a performare sempre ai suoi livelli.
Djokovic vuole esserci, nessun ripensamento
Le Olimpiadi per Novak Djokovic sono state sempre un obiettivo importante e mai un intralcio. Basti pensare che per Tokyo 2021 ha probabilmente compromesso il sogno di realizzare il Grand Slam (sarebbe stato l’unico nell’era Open dopo Rod Laver nel 1969). Per partecipare all’evento sportivo per eccellenza non arrivò nel pieno della forma agli US Open, rimediando una cocente sconfitta contro Medvedev.
Nei giorni scorsi, il noto allenatore del circuito Patrick Mouratoglou aveva dichiarato: “Non esiste una connessione così forte tra il tennis e le Olimpiadi. Un tennista considera uno Slam 100 volte più importante di un appuntamento olimpico”.
Su questo aspetto proprio Djokovic ha voluto dire la sua. “Per me uno dei più grandi onori che un atleta possa avere è rappresentare il proprio paese alle Olimpiadi”. Insomma una visione più “sportiva”, più ecumenica e proiettata ad un’esaltazione (giusta) di quello che resta l’evento più importante del panorama internazionale.