L’ex campionissimo svizzero, sempre amato dal grande pubblico, fa i conti con una ‘sentenza’ che farà certamente discutere
È passato ormai poco più di un anno, ma sembra una vita fa per quanto manca ai tifosi di tutto il mondo. È passato poco più di un anno, ma sembra ieri per quanto i suoi colpi e la sua classe siano rimasti impressi per sempre nella memoria collettiva. Roger Federer è una di quelle icone dello sport il cui peso, anziché svanire col ritiro, aumenta di giorno in giorno. Pur nella tristezza di non vederlo più sul rettangolo di gioco.
Del resto lo svizzero, a dispetto di ben 4 titoli in meno – a livello di tornei Major – del rivale Novak Djokovic, a quota 24, e di 2 in meno di Rafa Nadal, continua ad essere considerato, da molti, il vero GOAT del tennis. Semplicemente il miglior tennista della storia, insomma. Nell’infinto dibattito su classifiche forse impossibili da fare, Re Roger si nutre anche di un’immagine pubblica, sia quando calcava i campi con successo, sia dopo il ritiro, apprezzata dalla stragrande maggioranza di tifosi ed addetti ai lavori.
Elegante in azione sulla terra, sull’erba o sul cemento che sia, ben inserito nelle dinamiche istituzionali dello sport di cui è e resta una leggenda, Federer è stato da sempre il campione di tutti. Quello meno divisivo, quello sul quale nessun hater si è mai accanito. Anzi, forse ne abbiamo trovato uno. Il giornalista francese Benoit Maylin, che ha rilasciato delle piccanti dichiarazioni (riportate da Tennisworlditalia) nel suo podcast.
Federer subisce un clamoroso attacco frontale
“Più invecchio e più inizio a pormi domande sull’immagine che ho e che avevo di Roger Federer e di Novak Djokovic. Più andiamo avanti e più mi rendo conto che il serbo Djokovic è l’uomo ‘pulito’, il vero uomo immagine di questo sport“, ha detto Maylin.
“Nole ha creato la PTPA – il sindacato dei tennisti, ndr – e lavora affinché i soldi vengano distribuiti in maniera equa, anche per gli atleti del circuito inferiore. Per Federer comincio ad aver paura del suo lato megalomane. La Laver Cup è una competizione che non porta il suo nome ma che è chiaramente una cosa sua“, ha concluso.
Affermazioni pesanti, riferite senza la tipica acredine del leone da tastiera, ma comunque riportanti un’opinione del 20 volte campione slam che mai nessuno, fino ad ora, si era mai sognato di avanzare. Federer certamente non replicherà, ma la sentenza di Maylin è destinata, forse per la prima volta, a creare un dibattito sul personaggio più universalmente amato nella storia del tennis moderno.
