Dopo la grande paura è arrivato l’annuncio che nessun tifoso avrebbe voluto sentire: la sua carriera è già finita, ritiro immediato
Si può vivere senza sport? Quelli che lo praticano per piacere possono decidere come e quando farlo. Ma quando diventa la tua missione di vita, quando diventi un professionista e questo è il tuo lavoro, scegliere di smettere all’improvviso è una mazzata.
Eppure sta succedendo di nuovo e la notizia ha scosso il mondo del ciclismo perché nessuno lo poteva immaginare. Nella settimana che finirà con gli Europei su strada in Olanda (il prossimo anno saranno in Belgio) è sempre la Jumbo-Visma che fa discutere. Lo squadrone olandese quest’anno ha fatto piazza pulita nei Grandi Giri, anche meglio di quanto riusciva alla Ineos nelle sue stagioni d’oro.
Quest’ultima resta la più ricca come budget ma non la più vincente perché i ‘calabroni’, come soprannominato quelli della Jumbo, sono passati davanti. Primoz Roglic al Giro d’Italia, Jonas Vingegaard al Tour de France e solo domenica scorsa anche Sepp Kuss alla Vuelta, più tutte le vittorie tra tappe, classiche e semi classiche messe a segno in stagione.
Un risultato di squadra, perché in tutte le occasioni gli uomini in giallonero hanno dimostrato di esserlo, con diversi elementi. Anche quelli che non vincono mai, come Nathan Van Hooydonck che, fin dal suo passaggio nel mondo del professionismo, si è messo al servizio dei capitani. Un elemento prezioso, lo riconoscono tutti che ora però è costretto a ritirarsi nonostante abbia solo 28 anni.
Carriera finita, arriva l’annuncio che i tifosi non volevano sentire: adesso è ufficiale
Ciclismo come passione di famiglia, con suo padre Gino ex professionista e soprattutto suo zio Edwig che ha vinto due Giri delle Fiandre a cavallo tra anni ’80 e ’90. Nathan ha ricalcato le loro orme con grandi soddisfazioni personali, come all’ultimo Tour quando è stato uno degli elementi più preziosi per Vingegaard.
Ora che era libero da impegni, ne ha approfittato per stare vicino alla moglie Alicia, prossima al parto. Ma la settimana scorsa, mentre in macchina la stava accompagnando ad un controllo medico, si è sentito male. Un infarto improvviso che avrebbe potuto avere risvolti più drammatici con la sua macchina impazzita lanciata in mezzo al traffico.
La futura mamma e il primogenito stanno bene, lui ci ha messo un po’ di più. Lo ha salvato un defibrillatore presente nella vicina stazione di polizia, poi i cardiologi dell’ospedale di Aversa nel quale è stato portato d’urgenza. Ora che è stato dimesso, è arrivato il momento delle riflessioni e degli annunci ufficiali.
Perché come ha confermato la sua squadra, a Van Hooydonck è stato impiantato un defibrillatore cardiaco sottocute per correggere potenziali future aritmie. Gli accertamenti hanno evidenziato un’anomalia del miocardio, la stessa che lo scorso anno aveva colpito Sonny Colbrelli al termine della prima tappa alla Vuelta a Catalunya.
Come è successo a lui, anche per il belga significa dover ripensare il futuro che però non sarà più in sella. A confermarlo è stato direttamente lui. “Sono stato incredibilmente fortunato, ma devo ancora rendermi conto del fatto che la mia carriera adesso sia finita. Mi concentrerò sul recupero e sulla mia imminente paternità. Questo mi aiuta davvero tanto adesso”.