Momento davvero complicato per Mourinho che deve anche fare i conti con le esternazioni di un suo vecchio ‘nemico’
‘Il rumore dei nemici‘: una delle frasi più emblematiche del personaggio José Mourinho, pronunciata all’alba della sua seconda stagione alla guida dell’Inter – quella che portò poi in dote lo storico Triplete – torna ora, almeno parzialmente, in voga.
Non stiamo parlando di una situazione che fece penare più di tanto l’allenatore lusitano, che anzi liquidò il tutto con una considerazione tra lo sprezzante e il sarcastico, ma che ora torna a galla ad oltre 14 anni di distanza.
Anzi, ad essere precisi probabilmente lo Special One non ha nemmeno mai considerato Pietro Lo Monaco, l’ex Ad del Catania sul finale della prima decade degli anni 2000, come uno degli avversari dai quali guardarsi le spalle. Il portoghese ricorderà però benissimo la polemica innestata dal dirigente a proposito delle sue qualità come conoscitore di calcio. Come fine stratega del gioco. Mourinho, interpellato in merito, rispose dicendo di conoscere solo il ‘Monaco del Tibet’, il Gran Premio di Monaco, e Monaco di Baviera.
Lo Monaco non ha dimenticato e rincara la dose: “Avevo ragione io…”
Un modo, in perfetto stile Special One, per far capire di non essere interessato agli attacchi personali sulle sue presunte incapacità di allenatore. Intervenuto ai microfoni di TVPlay, su Twitch, l’ex dirigente dei siciliani è tornato a parlare del tecnico. Mettendo il dito nella piaga in una situazione, quella che sta vivendo la sua Roma in questo avvio di stagione, già complicata di suo.
“Non posso pensare che dopo tanti anni si ricordi di me e parli di me. Anche perché mi sembra di averci visto giusto, a suo tempo. Ho detto quello che i fatti facevano vedere. Mourinho eccelle nel togliere la pressione ai giocatori, nella capacità di motivare. Ma come capacità di esprimere lavoro in campo, è un asino. Lo dicevo 10 anni fa“, ha esordito Lo Monaco. “Ci sono degli allenatori che poggiano su certi requisiti e basta. De Zerbi, Spalletti e Sarri sono allenatori che esprimono lavoro in campo. Lui no“, ha concluso l’ex dirigente.
A questo punto la curiosità dei tifosi e degli addetti ai lavori è tutta nell’attendere, se ci sarà, la replica dello Special One. Vien da credere che, se lo ha sostanzialmente ignorato come interlocutore all’epoca di una comune convivenza in Serie A, il lusitano probabilmente non prenderà nemmeno stavolta sul serio gli attacchi di Lo Monaco, uscito da tempo dal giro del calcio che conta.