Ora che la stagione sta per entrare nel vivo torna a galla il racconto di un campione nerazzurro: ha rischiato grosso
Almeno una coppia di giocatori per ogni ruolo, possibilmente con esperienza internazionale pur rimanendo nei parametri fissati dal club. La richiesta di Simone Inzaghi per la nuova stagione dell’Inter, era molto chiara ed è stata anche soddisfatta. Ma per un campione nerazzurro gli ultimi anni non sono stati facili e lui ha raccontato pubblicamente il suo dramma.
Ripartire dal secondo posto in Serie A e dalla finale di Champions League ha lasciato tracce. Se tutto dovesse andare bene, i nerazzurri da qui alla fine i maggio saranno a giocare più di 50 partite ed è logico pensare ad un turnover massiccio oltre che continuo. Cosa manca ancora per completare il puzzle? Un giocatore in mediana.
E, dopo aver valutato i nomi di Tanguy Ndombelé, mediano classe ‘96 appena tornato al Tottenham dopo il prestito annuale al Napoli, e Maxime Lopez del Sassuolo, Marotta ha messo a disposizione del tecnico nerazzurro l’olandese Klaassen, chiudendo un mercato diventato scoppiettante nelle ultime settimane.
Il grosso dello sforzo però il club lo ha fatto per regalare a Inzaghi quel difensore con un doppio ruolo, da centrale e da esterno, che mancava come ricambio per Darmian. Non è stata facile portare a Milano un campione del mondo come Benjamin Pavard, ma alla fine con il Bayern è stata trovata la quadratura e ora il 27enne francese può pensare solo al campo.
Inter, dramma per una stella nerazzurra: la depressione lo stava sconfiggendo
Un giocatore duttile, che in Ligue 1 e Bundesliga ha dimostrato tutto il suo valore anche in Champions League, così come è stato con la Nazionale. Ma anche un cambio di città e di vita che lui riteneva indispensabile per il suo futuro.
Non tutti lo ricordano, ma le ultime stagioni per Pavard che nel 2018 era stato grande protagonista ai Mondiali in Russia, sono state decisamente complicate. Come è successo per molti, anche nella sua vita il Covid e tutto quello che ha comportato nel quotidiano ha rappresentato uno spartiacque importante. E Benjamin un anno aveva raccontato il suo dramma personale senza nascondersi.
Intervistato dal quotidiano sportivo L’Equipe aveva spiegato che per lui era stata oggettivamente molto dura. Si trovava in un Paese che non era il suo, anche se ormai lo conosceva bene, lontano dalla sua famiglia e da tutti gli affetti, amici compresi. E così poco alla volta ha cominciato ad insinuarsi nella sua vita un nemico subdolo.
“La mia testa non era a posto – aveva raccontato – e anche se all’inizio ti dici che non è nulla, che passerà, non è così. Quando vedi che continua e che vai ad allenarti senza il sorriso, capisci che devi reagire”. Invece lui si stava facendo battere dalla depressione: si alzava dal letto e non aveva fame, anche se sapeva che doveva occuparsi di se stesso.
Il fatto di essere uno sportivo famoso e anche ricco in questo non lo aiutava. Poi però ha trovato dentro di sé la forza per reagire, per non lasciarsi abbattere dal male oscuro e la sua vita è ricominciata. Come sportivo, ma anche come uomo migliore.