Il nativo di San Candido si prepara per la grande avventura di Flushing Meadows, dove ai quarti potrebbe affrontare ancora Carlos Alcaraz
Ci siamo. Jannik Sinner è pronto per l’ultimo Major della stagione, quello sul cemento della Grande Mela, dove lo scorso anno la sua corsa si interruppe ai quarti di finale. ‘Colpa’ di un certo Carlos Alcaraz, futuro vincitore del Major newyorkese, che lo sconfisse in cinque set dopo aver annullato un match point all’altoatesino nel quarto parziale.
Quest’anno la storia potrebbe ripetersi. Per lo meno a livello di main draw, sorteggiato giusto qualche giorno fa. Se l’azzurro e il fenomeno di Murcia dovessero rispettare i pronostici della vigilia, i due si ritroverebbero ancora – e sarebbe la settima volta nelle loro ancor giovanissime carriere – contro nel terzultimo turno della kermesse.
Appare particolarmente impegnativo il cammino dell’allievo di Simone Vagnozzi, che prima di arrivare all’eventuale appuntamento con l’ultimo campione del mondo se la dovrebbe vedere con Hanfmann, Sonego, Wawrinka e Zverev. Apparentemente più semplice il cammino di Alcaraz, che sulla sua strada troverà Dominik Koepfer, uno tra Guido Pella e Lloyd Harris, Tallon Griekspoor e Cameron Norrie. Gli appassionati già pregustano l’ennesimo scontro tra due dei riconosciuti fenomeni della nuova generazione, con l’azzurro che intanto può vantare un bilancio di assoluta parità nei sei precedenti. C’è però qualcosa che rischia di condizionare pesantemente Jannik in vista di un possibile incrocio con lo spagnolo.
“Una ferita portata dentro per un po’”: l’annuncio scuote i fans di Sinner
Inutile negare che una buona fetta dei tifosi italiani – e probabilmente di quelli di tutto il mondo – metta ancora su due piani distinti Alcaraz e Sinner. Il primo è sempre dipinto – e i fatti confermerebbero l’assunto – come l’erede designato di Rafa Nadal. Come l’unico vero fenomeno della sua generazione. Come l’annunciato dominatore dei prossimi 3 lustri di tennis.
Il secondo sarebbe ‘solo’ un talento. Un ottimo giocatore. Ma non ai livelli dell’iberico, come mostrerebbe il raffronto tra i Major vinti (2 Alcaraz, nessuno Sinner) e i Masters 1000 messi in bacheca (4 a 1 il confronto). Proprio un anno fa, di questi tempi, la stessa storia recente avrebbe potuto prendere una direzione diversa.
Lo spartiacque della giovane carriera dei due sarebbe stato proprio il quarto di finale di Flushing Meadows dello scorso anno. Di cosa staremmo ora parlando se Sinner avesse sfruttato quel match point? E se il primo Major lo avesse vinto l’azzurro e non lo spagnolo? La questione avrebbe tormentato lo stesso Sinner per diverso tempo, come rivelato da Paolo Bertolucci nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport.
“Quando Carlitos si impose dopo cinque set di livello altissimo, annullando un match point all’azzurro nel quarto set, questo ha rappresentato una ferita che Jannik si è portato dietro per un bel po’“, ha rivelato l’ex tennista azzurro. E come dargli torto.