Tra le big della Serie A, il Milan è quello che ha cambiato più di tutte: ma la rivoluzione non convince tutti, parole di fuoco
Azzerare tutto quello che è stato nelle ultime due stagioni, nonostante il ritorno allo scudetto. Il Milan pensava di poter inaugurare un nuovo ciclo, ma in realtà nel frattempo è successo di tutto. La nuova era firmata da Gerry Cardinale, gli addii in serie di Ivan Gazidis, Paolo Maldini e Frederic Massara. Ma anche il ritiro di Ibrahimovic
Come a dire che non è l’anno zero, ma gli somiglia molto anche per capire se la semifinale di Champions League giocata la scorsa primavera possa diventare una piacevole abitudine. Complicato per tutte le italiane reggere il passo con la concorrenza, lo era anche prima che i club arabi stravolgessero il mercato.
Ecco perché a Casa Milan, in via Aldo Rossi, hanno tirato una riga e voltato già pagina. Le prime partite di campionato diranno se la rivoluzione in organico, perché di tattico c’è poco di nuovo, abbia avuto un senso. E toccherà ancora una volta a Stefano Pioli mettere insieme tutti i pezzi, come è stato due anni fa con quella cavalcata fantastica.
La sua convinzione è quella di chi sa di avere in mano un gruppo che ha fortemente voluto. Perché il Milan, a differenza di altre big della Serie A come il Napoli, ha deciso la politica della rivoluzione e non dei piccoli ritocchi alla rosa. Nelle sue ultime dichiarazioni, il tecnico rossonero non si è sbilanciato, anche se a differenza delle ultime stagioni la filosofia sembra cambiata. Meno italiani in rosa, un respiro più internazionale.
Servirà anche questo per reggere il doppio impegno tra campionato e Champions League, l’ultima edizione che si disputerà con il format attuale. Le risposte arriveranno solo la prossima primavera. Intanto, sul mercato, non è ancora finita.
Ci sarà spazio per un altro centrale giovane, con le trattative ormai in fase di chiusura per portare a Milanello anche Marco Pellegrino. Il 21enne difensore del Platense è stato acquistato per 3 milioni di euro e nei prossimi giorni si aggregherà ai nuovi compagni.
Poi ci sarà spazio per andare a caccia di una prima punta in grado di dare un ricambio vero ed efficace a Giroud, quello che nella passata stagione doveva essere il ruolo di Origi. Non sarà il giovane Colombo, destinato a fare un altro anno di prestito verosimilmente al Monza che gli farà spazio cedendo Petagna.
Tutto perfetto quindi? Non secondo uno che conosce molto bene l’ambiente del Milan. Perché Fabio Capello, intervistato da SportWeek, ha spiegato quello che lo convince ma anche cosa invece gli piace meno della nuova Serie A.
Secondo l’ex allenatore rossonero, ora opinionista a Sky Sport, avere portato tre squadre nelle finali delle coppe europee è il segnale di un livellamento del nostro campionato verso l’alto. Ma se deve indicare tre favorite per lo scudetto non ha dubbi: “Inter per la forza complessiva, il Napoli se tiene Osimhen, la Juve perché ha solo l’impegno del campionato”. Chi manca? Esatto, proprio il Milan e ai suoi tifosi non farà piacere.
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