Sono passati quasi 10 anni dall’incidente che ha cambiato tutto nella vita di Michael Schumacher. C’è chi ha azzardato un paragone che lo coinvolge
Il 29 dicembre prossimo saranno passati dieci anni esatti dal giorno che ha cambiato tutto nella vita di Michael Schumacher. La sua carriera era già finita, per la seconda volta, dopo il ritiro definitivo dal mondo della Formula 1. L’ex pilota tedesco si stava preparando per la sua nuova vita che prevedeva anche la missione di seguire suo figlio Mick, come ha fatto Jos Verstappen con Max.
In realtà è bastata una distrazione sulle nevi di Méribel per riscrivere la storia. In pochi però sanno che il campione tedesco aveva già previsto tutto. O meglio, era stato previdente perché l’incidente mortale di Ayrton Senna, il 1° maggio 1994 a Imola, l’aveva sconvolto al punto da fare già un primo testamento.
Lo aveva raccontato al quotidiano ‘Die Zeit’ spiegando che chiunque facesse il suo mestiere avrebbe dovuto seguire li stesso esempio perché il fato poteva arrivare in ogni momento. Parole che, a distanza di tempo, suonano in modo sinistro. Nessuno all’epoca poteva pensare che sarebbe stato un gesto profetico, anche se Schumi è ancora con noi. Ma il motivo della sua decisione era legato all’incertezza sul futuro e alla voglia di garantire serenità alla sua famiglia.
Michael Schumacher, l’ultimo messaggio commuove tutti: il paragone fa sognare
Già al momento del suo ritiro definitivo, l’ambiente e la critica si sono interrogati a lungo su chi potesse raccogliere il suo testimone. All’epoca Mick era ancora giovane e comunque, fino ad oggi, non ha ancora avuto modo di dimostrare fino in fondo il suo valore. Piuttosto ci sono Lewis Hamilton che è arrivato a sette mondiali come Michael o Max Verstappen che è ben avviato per imitarli.
Ma nel mondo del Motomondiale esiste un altro Schumacher? In realtà il discorso è più complicato, soprattutto da quando Marc Marquez si è chiamato fuori con il grave infortunio del 2020. Nessuno è riuscito a fare doppietta, con i titoli della MotoGP che sono andati nella bacheca di Joan Mir, Fabio Quartararo e poi Francesco Bagnaia.
Per evidenti motivi legati alla poca competitività delle loro attuali moto, sia Mir con la Honda che Quartararo con la Yamaha non saranno in grado di ripetersi. Pecco invece è in testa al Mondiale con la sua Desmosedici e, vittoria dopo vittoria, sta ipotecano il secondo titolo di fila.
Di Bagnaia, ha parlato un ex leggenda della MotoGP come Jorge Lorenzo. Intervistato da Formulapassion.it, quest’ultimo ha azzardato un paragone interessante: “Bagnaia ha la moto migliore. Però altri sette piloti hanno la moto uguale, eppure vince lui. È come quando Schumacher vinceva con la Ferrari: aveva la macchina migliore, ma i suoi compagni non riuscivano a batterlo”. Un ragionamento ineccepibile e poi, in fondo, anche la Desmosedici è una Rossa vincente.