Una rivelazione del passato di Michael Schumacher che farà sicuramente discutere, soprattutto perché arrivata molti anni dopo i fatti.
A dicembre prossimo saranno dieci gli anni dal terribile incidente che ha letteralmente sconvolto e cambiato l’esistenza di uno dei piloti più importanti sempre. Ovvero Michael Schumacher, pluricampione del mondo di Formula 1.
Schumacher, nel dicembre 2013, fu vittima di uno schianto tremendo durante una sessione di sci, andando a finire dopo una caduta rovinosa con la testa su alcuni massi posizionati sotto la neve delle piste di Meribel, in Francia
Purtroppo, da quel giorno, il grande Schumi non è più tornato quello di prima, a causa del delicatissimo edema cerebrale e del lungo coma farmacologico che ha dovuto subire. Da quasi dieci anni il campionissimo di Formula 1 è costretto alla massima privacy ed a sedute continue di fisioterapia e recupero muscolare.
Schumacher, spunta un retroscena da brividi
Tanti i tifosi che sperano che un giorno Schumacher possa tornare a mostrarsi. Ma c’è anche chi ricorda i momenti meno positivi del pilota tedesco. Un personaggio “spietato” sulle piste ma, allo stesso tempo, molto generoso fuori dall’ambito sportivo. Il suo lato competitivo ha fatto spesso discutere.
Rubens Barrichello, ex pilota brasiliano, ha convissuto alla Ferrari con Schumacher per sei anni, dal 2000 al 2005, negli anni in cui Schumi stradominava i Mondiali. In una recente intervista Rubinho ha ripercorso proprio quel periodo, facendo intendere come la figura di Schumacher fosse ampiamente ingombrante e quasi intoccabile.
“Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti i piloti – ammette Barrichello – Ma con Michael era diverso, lui non mi ha mai aiutato né sostenuto, io stesso non gli ho mai chiesto nulla. A volte faceva riunioni tecniche da solo con il team, ho capito che la squadra fosse solo sua”.
Chi ha vissuto da tifoso della Ferrari (e da appassionato di Formula 1) quel periodo ricorderà come Barrichello fosse spesso considerato poco più di un rincalzo, per far spazio alla qualità e alla grandezza di Schumacher. Un ricordo che il brasiliano non vive bene: “Ho rinunciato a tante cose per questo motivo, mi dico che Schumi era molto più forte di me, ma aveva più esperienza e soprattutto Jean Todt lo considerava come un figlio”.
Jean Todt che, non a caso, è una delle poche persone (insieme a Briatore, Montezemolo tra gli altri) che può recarsi in visita alla residenza in cui Schumi sta proseguendo la sua dolorosa e privatissima degenza.