Negli ultimi trent’anni la figura di Flavio Briatore è stata fondamentale nel mondo della Formula 1, ma c’è un segreto finora mai svelato
Cosa sarebbe stata la storia della Formula 1 senza personaggi come Flavio Briatore? Certamente sarebbe andata avanti lo stesso, certamente avrebbe scritto altre pagine leggendarie, ma forse non avremmo vissuto cavalcate emozionanti come quelle della Benetton prima e della Renault poi.
Un modo per rompere la monotonia dei soliti marchi e per allargare il mercato, materia nella quale il manager cuneese è stato maestro. In pista ha dimostrato, con i fatti ,che la fiducia accordata dalla famiglia Benetton, che aveva cominciato a frequentare dalla seconda metà degli anni ’80, era stata ben riposta.
Semplicemente Briatore ha portato nel mondo della Formula 1 la sua filosofia, quella di trasformarlo da semplice sport, seppure di eccellente tecnologia, in business. Così quella che era nata quasi per scommessa nel 1986, quando la famiglia Benetton aveva rilevato i resti delle Toleman, è diventata con il tempo una squadra vincente.
Due le mosse fondamentali. Prima quella di ingaggiare come direttore tecnico Tom Walkinshaw e poi, come pilota, un giovanissimo Michael Schumacher che aveva appena debuttato al volante di una Jordan. Sembrava un azzardo ma è stata la svolta con i due titoli mondiali nel 1994 e nel 1995 (e qui anche il titolo costruttori).
Formula 1, Briatore in pista aveva un “segreto”
Con l’addio del tedesco, in direzione Maranello per cominciare a costruire la sua leggenda in Ferrari, la magia finì di colpo, ma non il tocco magico di Briatore. Nel 2001 la Benetton fu venduta alla Renault e lui ne è diventato direttore esecutivo.
Essendo l’uomo delle doppiette, dopo quella con Schumacher ne è arrivata un’altra con Fernando Alonso campione nel 2005 e nel 2006, insieme al titolo costruttori. Nel 2009 il burrascoso addio, in seguito al caos dopo l’incidente di Nelson Piquet Jr. al Gran Premio di Singapore 2008 e all’indagine della FIA.
Briatore è stato prima radiato, poi assolto con risarcimento danni, ed è tornato a respirare il mondo dei motori un anno fa, richiamato da Stefano Domenicali. Il sui ruolo è quello di ambassador, consulente di Liberty Media nei rapporti con alcuni partner commerciali.
Di lui credevamo di conoscere tutto ma, in una recente intervista di Giancarlo Fisichella al Corriere della Sera abbiamo scoperto dei risvolti inediti. Il romano è stato suo pilota alla Renault negli anni magici, con lui ha vinto molto e si è anche molto divertito. Curioso il retroscena svelato dal pilota romano: “Prima di ogni GP giocavamo a scopone.” Poi andavano anche a vincere.