Il rapporto tra Francesco Totti e Antonio Cassano è stato a momenti molto burrascoso. Un aneddoto emerge a distanza di anni.
I tifosi della Roma hanno spesso ammirato Cassano e Totti in campo. La fantasia al potere nei primi anni Duemila è stata protagonista in maglia giallorossa. Gestiti da Fabio Capello hanno reso al massimo il campo, tanto da andare insieme agli Europei del 2004, dove emerse il talento del barese
In seguito a quell’evento però, l’attaccante barese ha incominciato un suo personalissimo tour tra alti e bassi, lasciando poi la Roma per il Real Madrid. Totti invece è rimasta la bandiera della Roma, il leggendario numero 10 che ha fatto la storia del club fino al commovente addio del 2019. quando, in un Olimpico gremito dopo un Roma-Genoa, il Capitano ha saluto il pubblico che lo ha acclamato per tutta la carriera.
Il rapporto tra i due attaccanti non è stato sempre fraterno, nonostante il capitano giallorosso avesse ospitato proprio l’ex punta dal Bari a casa sua nei primi tempi giallorossi. Antonio Cassano, però, ha sempre avuto un carattere abbastanza particolare e, proprio negli anni di Capello, è emerso un retroscena dall’autobiografia di Totti.
Cassano-Totti, i motivi di una lite tra i due
Il motivo del contendere sarebbe stato una partecipazione al programma C’è Posta per te. Nella celebre trasmissione condotta da Maria De Filippi i due parteciparono in coppia, ma Cassano credette alla bugia su un cachet riservato solo per Totti.
Nel riportare la vicenda, Totti ha svelato: “Era una gigantesca bugia, Montella mi disse che Cassano era offeso con me perché avevo preteso 15mila euro di provvigione sulla sua partecipazione. Una gigantesca bugia, non capii chi gli poteva aver detto questa cretinata. Il grande difetto di Cassano è credere a qualunque cosa gli viene raccontata”.
La tensione tra i due emerse poi in allenamento, tanto che alla fine Totti sbottò: “Mi evitava da una settimana e a fine seduta l’ho affrontato, dicendogli che era un cretino nel pensare che gli avessi sottratto 15mila euro. Io ne prendevo molti di più per ogni partecipazione, non ne avevo di certo bisogno. Reagì da gradasso, e me ne pentii ma non ho mai scoperto chi mise in giro questa voce”.
Una talpa nello spogliatoio ha diffuso dunque una fake news che mise così in difficoltà i due campioni. A risentirne fu anche il rendimento in campo di una Roma che poteva vincere molto di più negli anni Duemila.