L’ormai 36enne tennista nativo di Sanremo ha riferito di un brutto momento vissuto in passato. Il racconto è da brividi
C’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui ha incantato tutti col suo tennis tutto talento, genio e sregolatezza che, in una settimana a dir poco perfetta, lo aveva portato a trionfare in uno di templi del tennis. Stiamo parlando del prestigioso e ricchissimo ATP Mastrs 1000 di Monte Carlo, kermesse che nel 2019 ha visto trionfare Fabio Fognini, primo azzurro della storia a vincere un torneo di tale importanza.
Se c’è una cosa che non è mai mancata al tennista ligure è stata l’estro. La classe. Colpi incredibili che in pochi sono in grado di portare. Il problema è sempre stato casomai la costanza, la regolarità nelle prestazioni, e quel carattere troppo spesso ‘fumantino’ – come ebbe modo simpaticamente di dire Paolo Bertolucci dopo l’ennesima discussione dell’azzurro con il giudice arbitro – che probabilmente gli ha precluso altri prestigiosi traguardi.
E sì che parliamo di un tennista ce, a 36 anni, è ancora al numero 57 del mondo. E che è ancora molto costante nella partecipazione a quanti più possibili tornei del circuito nonostante gli infortuni. Uno che, anche questo in record perché il primo a riuscirci, è stato capace di rimontare due set di svantaggio e poi battere un certo Rafa Nadal agli Us Open del 2015. Un’altra impresa leggendaria a cui però non diede seguito già nel turno successivo del Major americano.
Fognini svela un retroscena da brividi.
Cosa è allora mancato a Fognini per essere ricordato come uno dei migliori tennisti in assoluto della sua generazione? È lo stesso tennista, marito di Flavia Pennetta, attraverso un’interessante intervista rilasciata al portale ‘Ultimo Uomo‘, a dare un’almeno parziale spiegazione.
Fognini si è soffermato sull’importanza dell’aspetto mentale negli incontri di tennis. “Negli anni ho capito che la componente psicologica è forse quella principale nel tennis“, ha candidamente dichiarato. Aggiungendo poi – e questo la dice lunga sull’inossidabile spirito competitivo che sempre lo ha contraddistinto – di star ancora molto male quando non riesce a vincere le partite. “Ho ancora molta voglia, sono attaccato a quello che faccio“, le sue agguerrite parole.
Nella stessa intervista, Fognini ha anche riferito di un episodio molto brutto accadutogli in passato. “Mi ricordo che un anno ero a Parigi, una notte mi alzai quasi piangendo. Pensavo di morire. Stavo sudando, tachicardia, non sentivo il braccio sinistro. Credevo mi stesse venendo un infarto. E invece era un attacco di panico. Il giorno dopo sono entrato in campo, ma non sapevo che pesci prendere, non riuscivo nemmeno a respirare bene“.
Un retroscena che non riusciamo a collocare nel tempo, in quanto Fognini non ha specificato esattamente quando avvenuto. Una problematica, quella degli attacchi di panico, comune anche ad altri atleti come Federica Pellegrini e Simone Biles.