Un addio improvviso nel calcio italiano ha scosso i tifosi: nessuno lo poteva immaginare, ma contro la sfortuna non si può nulla
Nello sport in generale e, nel calcio in particolare, c’è chi è benedetto dal talento, anche se non sempre riesce ad esprimerlo. E chi invece si costruisce una carriera solida solo con la forza del lavoro. In mezzo però ci sono anche quelli che pur dotati di talento sono perseguitati dalla cattiva sorte e alla fine si arrendono alla sfortuna.
Un vero choc per tutti, non solo i suoi tifosi. Perché quando si diventa personaggi apprezzati da tutti, è comunque sempre un dispiacere. Giuseppe Rossi, da molti anni per tutti ‘Pepito’, lo era diventato e tutti sanno che nella sua carriera ha raccolto sempre molto meno di quello che avrebbe meritato, dall’alto della sua classe.
A 12 anni era già in Italia, con la maglia del Parma che allora a livello giovanile produceva talenti in serie. Non a caso fu notato in fretta dalla Premier League e messo sotto contratto dal Manchester United, perché sir Alex Ferguson era uno che con i giovani talenti ci prendeva sempre o almeno spesso.
Là però la concorrenza era pesante e così è passato al Newcastle, ma poi quasi subito di nuovo al Parma trovando spazio dopo il cambio tra Pioli e Ranieri. Con 9 goal in 19 partite arriva una salvezza che pareva quasi impossibile.
Giuseppe Rossi ha detto basta: una carriera incredibile
La vera esplosione di Giuseppe Rossi arriva al Villarreal che lo paga 10 milioni di euro. Manuel Pellegrini era ai primordi della sua carriera e con lui il bomber italo-americano visse i suoi anni più belli. Come il 2011 quando chiuse la stagione con 32 goal in 56 partite.
Un giocatore da Champions League, ormai ci credevano tutti a cominciare dal Barcellona che lo voleva affiancare a Messi e Villa per un tridente tutto talento: ma alla fine al Camp Nou arrivò Alexis Sanchez e fu l’inizio della fine.
Il 26 ottobre 2011 contro il Real Madrid il primo crack: rottura del legamento crociato del ginocchio destro. La riabilitazione, il rientro ma come è successo ad altri tra cui Nicolò Zaniolo, il 13 aprile 2012, in allenamento altra lesione al legamento crociato anteriore dello stesso ginocchio e quasi un anno di stop.
Così il Barcellona, ma anche il Bayern e la Juventus ripiegarono su altro. A prenderlo fu la Fiorentina. Una tripletta proprio contro la Juve, nell’ottobre 2013, divenne il simbolo della sua rinascita e tutti questa volta ci credevano in un exploit duraturo. Tre mesi dopo, contro il Livorno, però di nuovo il ginocchio ko e addio anche Mondiali 2014.
Quell’infortunio ha rappresentato una cesura definitiva nella carriera di Rossi. Da allora sono passati nove anni prima del suo addio definitivo. Quello che ha annunciato adesso con un lungo e commovente post sui social: “Posso lasciare il calcio in pace, sapendo di aver fatto tutto il possibile per raggiungere i miei obiettivi. Il mio viaggio è stato unico. Ecco perché sto scrivendo questo con il cuore pesante ma un grande sorriso sul volto: sono orgoglioso di ciò che ho realizzato”.