In questi giorni si sta parlando di un eventuale sconto sulla squalifica di sette anni di Alex Schwazer. Tra un anno ci sono le Olimpiadi
La prima squalifica, giusta, come ammesso dallo stesso Schwazer, poi la seconda, nonostante tutto quello che aveva passato per cercare di ripulire il suo nome. Il documentario di Netflix ha riportato alla luce il caso del marciatore altoatesino, su cui adesso in molti si interrogano.
La domanda è essenzialmente una: la pena di 7 anni è stata giusta? Di motivi per credere di no ce ne sarebbero, ma intanto Alex Schwazer ha accettato il suo destino passando ben sei anni lontano dalle attività agonistiche, in compagnia della sua famiglia e dei suoi cari sulle montagne dove è cresciuto.
Gliene mancherebbe uno, quindi, alla fine del periodo di squalifica, e a breve ci saranno le Olimpiadi di Parigi, tra un anno per l’esattezza, e c’è chi vorrebbe rivederlo lì a lottare come faceva una volta, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, fino al traguardo. Tuttavia, non è così facile per far sì che ciò accada, avrebbe bisogno di uno sconto sulla squalifica e, secondo la Gazzetta dello Sport, ci sarebbero gli estremi per ottenerlo.
Il fatto è questo. In questo periodo lontano dai riflettori, Alex ha collaborato con l’Athletics Integrity Unit (AIU), agenzia interna alla Federazione mondiale di atletica che si occupa di ogni attività relativa all’antidoping. Per questo, il 38enne altoatesino avrebbe diritto “ad una riduzione della squalifica che può arrivare al 75%” sostiene la Rosea, che fa riferimento al regolamento interno dell’organo competente in materia.
A Schwazer servirebbe pochissimo: la squalifica termina il 7 luglio 2024, mentre per essere tra i partecipanti delle Olimpiadi la scadenza è fissata al 30 giugno 2024. Una settimana, quindi, potrebbe bastare a far comparire il nome del campione di Vipiteno sulla lista degli atleti in gara alla manifestazione sportiva più importante, quella per cui tutti gli sportivi si allenano duramente nei quattro anni che separa un’edizione e l’altra.
Ma Alex era già stato beffato in precedenza e per questo non vuole illudersi. “Ho già perso due Olimpiadi e per ora Parigi non è un’ipotesi – ha detto alla stessa Gazzetta –. Però mi sento un atleta e mi alleno“. E non ha neanche nascosto che “mi piacerebbe tornare“.
Nell’attesa, però, lo stesso quotidiano sportivo ha fatto sapere che né la Wada né le altre autorità professano parola sull’argomento. Motivo per cui adesso Schwazer non può far altro che aspettare… ma il tempo è sempre meno.
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