A distanza di tempo adesso emergono tutti i dettagli sulla decisione: ai tifosi di Schumacher non resta che accettarla
Negli ultimi 32 anni, salvo rari intervalli, c’è sempre stato uno Schumacher in Formula 1, quando non erano due. Ad aprire la strada, Michael Schumacher con il suo ingaggio alla Jordan nel 1991. Poi è arrivato a Ralf e ora tocca a Mick, anche se con fortune diverse.
Il Kaiser ha messo nella sua personale bacheca sette titoli mondiali, 91 vittorie e 68 pole position, con 154 podi nella prima fase, quella che si è conclusa nel 2006 dopo l’addio dalla Ferrari. Avrebbe potuto tornare in Rosso nel 2009, complice l’infortunio a Felipe Massa ma non è successo.
Così i suoi tifosi hanno dovuto aspettare fino al 2010 per rivederlo al volante della Mercedes che allora era una Scuderia tutta da costruire. E grazie alla sua esperienza, ai suoi preziosi consigli è stata gettata la base per un dominio praticamente incontrastato negli ultimi anni prima dell’era Verstappen.
Lì Michael è riuscito a piazzare ancora una zampata, proprio 11 anni fa. A Valencia era in programma il Gran Premio d’Europa. Scattato dalla dodicesima casella in griglia, in gara si è reso protagonista di una splendida rimonta conclusa con il terzo posto e il 155esimo piazzamento sul podio in carriera.
Schumacher, spunta fuori tutta la verità: quella frase se la poteva anche evitare
La storia più recente invece ci porta a suo figlio. Nessuno può sapere se con Michael al suo fianco la carriera di Mick sarebbe stata diversa. Non ne avremo mai la controprova. Resta il fatto che, dopo un avvio brillante, con l’ingresso nella Ferrari Diver Academy e il titolo mondiale in F2 nel 2020, la strada poteva essere in discesa per lui.
Invece i due anni nella Haas si sono trasformati in un vero incubo per lui che non è mai risucito a dare tutto in pista. E così è arrivata l’inevitabile (doppia) separazione. La Haas non lo ha riconfermato, lui ha rotto anche con Maranello ed è ripartito dalla Mercedes come terzo pilota aspettando tempi migliori.
L’addio alla Haas è stato però traumatico come ha confermato più volte anche Gunther Steiner, team principal della squadra statunitense. In particolare c’è stata una frase, pronunciata in una puntata della serie Drive to Survive su Netflix, che ha fatto indignare i tifosi. “Non puoi picchiare un cavallo morto”, ha detto Steiner riferendosi alle cattive prestazioni di Schumi jr. e ai suoi scarsi risultati.
Ora, intervistato dalla rivista tedesca Sport Bild, Steiner ha spiegato che non voleva offendere nessuno della famiglia ma semplicemente ha ripetuto un modo di dire statunitense. In effetti però si è reso conto dopo che quella frase, tradotta in tedesco e in italiano, suonava sinistra.
Steiner, tuttavia, non è affatto pentito della decisione di aver sostituito Schumacher, in quanto l’arrivo di Nico Hulkenberg ha portato esperienza e stabilità al team. Con Mick, invece, dopo tutto quello che è successo si sono solo salutati incrociandosi ma non si sono mai parlati direttamente.