Uno dei tennisti più apprezzati del circuito ATP si ritira: ultimo ballo prima di mettere fine alla sua lunga carriera.
Il Tennis dice addio a un altro dei volti più iconici di questo sport negli ultimi vent’anni. Il volto più bello, per tantissimi appassionati e appassionate di tutto il mondo. Last dance, alla Michael Jordan. Un ultimo ballo che però non è stato programmato a Wimbledon, il ‘suo’ Slam. Il palcoscenico giusto per salutare il proprio pubblico non poteva che essere infatti un torneo di casa, per godersi l’ultima grande standing ovation prima di appendere definitivamente la racchetta al chiodo.
La bellezza nel tennis esiste ancora. È un canone soggettivo ma anche oggettivo. L’estetica ha un suo valore. Non per escludere, ma per stupire. Possono essere belle tante cose: l’agonismo sfrenato di Nadal, l’eleganza raffinata di Federer, l’elasticità quasi innaturale di Djokovic. Per molti appassionati, però, la bellezza oltre che nel gesto è stata sempre ricercata anche nell’aspetto. E da questo punto di vista nel circuito c’è un campione che per due decenni non ha praticamente avuto rivali.
Bastava chiedere a tutte le tifose e i tifosi del mondo. Alla domanda su chi fosse ‘il bello’ del circuito ATP, la risposta era sempre e solo una: Feliciano Lopez, il giocatore ribattezzato dalla signora Murray, la madre di Andy, Deliciano. Ed è un soprannome che dice tutto sulle sue qualità. Quelle in campo, e non solo.
Feliciano Lopez si ritira: il tennista spagnolo mette la parola fine alla sua carriera
Il meno spagnolo tra gli spagnoli ha deciso di dire basta con il mondo del tennis. Giocatore atipico, nell’epoca dei terraioli iberici che dominavano i tornei sul rosso, trascinati da Nadal, ma ancor prima da Ferrero, Moyá, Ferrer, Verdasco, García López o più di recente Bautista-Agut, Feliciano era uno dei pochissimi giocatori di quel territorio a prediligere il veloce.
Forse l’unico davvero in grado di esprimere il meglio di sé su altre superfici. E anche per questo non sorprende che abbia scelto per il suo ultimo ballo un torneo sull’erba: il 250 di Mallorca, teatro perfetto per il suo addio a uno sport che gli ha dato molto, ma che da lui ha ricevuto anche molto in cambio.
Tra gli spagnoli della sua generazione forse il miglior giocatore per servizio e colpi al volo, Feliciano, classe 1981, è stato un tennista fantastico. Uno sportivo il cui talento è stato a volte addirittura adombrato da questa fama di ‘belloccio’ che si è dovuto portare dietro, suo malgrado, fin dagli inizi di carriera.
Vincitore di sei tornei ATP, di cui quattro sull’erba (Eastbourne nel 2013 e nel 2014, Queen’s nel 2017 e nel 2019), resterà per sempre nella storia del tennis, ad esempio, per la straordinaria finale del torneo della Regina del 2017 contro il gigante Cilic, vinta senza mai riuscire a strappargli un break e salvando anche un match point.
Ma tra i risultati che hanno arricchito la sua carriera vanno ricordate le cinque edizioni di Coppa Davis vinte (grazie anche al contributo fondamentale dell’amico Nadal), le tante partecipazioni consecutive nei tornei dello Slam (79 di fila, su 81 in totale, ad oggi un primato ineguagliato), i quarti di finale raggiunti per tre volte a Wimbledon e la vittoria del Roland Garros in doppio nel 2016 in coppia con Marc Lopez.
Risultati che forse sono anche inferiori rispetto a quelli che avrebbe meritato. Perché Feliciano, bello sia fuori che dentro, è sempre stato un esempio per i più giovani, un giocatore corretto, in grado di gestirsi, divertire e divertirsi, portatore sano di un tennis vintage, fatto anche di serve and volley, da anni è ormai una rarità nel circuito. Ed è anche per questo che ci mancherà moltissimo.
L’ultimo ballo ieri contro il tedesco Hanfmann vincitore 6-4;6-2. Ora per Feliciano proseguirà la carriera dirigenziale. Oltre a essere il direttore del Masters di Madrid, Lopez è stato insignito dall’ITF anche dell’omologo ruolo per le fasi finali di Coppa Davis.