Il magnate russo Roman Abramovich, ex patron del Chelsea, vive ancora una situazione delicata e controversa legata al suo immenso patrimonio.
Roman Abramovich, oligarca russo, ex patron del Chelsea, vive ancora una situazione delicata e controversa dopo la cessione del club al miliardario americano Boehly.
Molti dei suoi beni, in particolare quelli legati alla recente cessione del club londinese, per la quale ha accumulato circa 2 miliardi di euro (stiamo parlando di una della società più titolate al mondo con un parco giocatori e una storia incredibile), sono stati congelati dal Governo britannico.
Roman Abramovich, finora, si è visto bloccare più di 5,4 miliardi di sterline dei suoi beni e 12 proprietà di lusso – tra cui una villa da quasi 100 milioni di sterline, che un tempo era la casa delle vacanze del re Edoardo VIII.
Su di lui non si sono abbattuti solo i colpi di mannaia del governo britannico ma anche di quello francese che ha agito con lo stesso modus operandi “preventivamente punitivo” nei suoi confronti. Le autorità transalpine, non a caso, tempo hanno annunciato il sequestro di vari immobili di proprietà di oligarchi colpiti da sanzioni, tra cui una decina appartenenti al solo Abramovich.
Abramovich, congelati anche i ricavi della vendita del Chelsea
Tra le proprietà sequestrate al magnate Roman c’è la villa Château de la Croë a Cap d’Antibes, che ha otto camere da letto, una piscina sul tetto di 15 metri, palestra e cinema. La villa, costruita nel 1926, è immersa in 12 acri di prati curati che si affacciano sul Mediterraneo. Gli agenti immobiliari di fascia alta stimano che la proprietà ora valga tra i 90 e i 100 milioni di sterline.
Tutte proprietà sottoposte a sequestro, quindi, alla stregua di altri capitali che non sono più nella disponibilità del magnate russo. Stando a quanto riportato da Calcio&Finanza, infatti, sono ancora bloccati anche i soldi pagati da Todd Boehly per l’acquisto del Chelsea.
I proventi della cessione sono ancora stanziati su un conto bancario riconducibile a una società di Abramovich a causa del mancato accordo sulla destinazione degli stessi. I soldi dovrebbero essere impiegati a fini umanitari per il sostegno delle popolazioni colpite dalla Guerra in Ucraina tramite la costituzione di una fondazione specifica.
Tuttavia, stando al Daily Mail, pare che Abramovich voglia destinare parte di quei proventi anche alla Russia e ai russi colpiti dal conflitto, ipotesi che, ovviamente, non trova d’accordo né il governo britannico né la commissione europea. Anche per questo motivo, l’ex presidente del Chelsea, al momento, si è rifiutato di autorizzare il rilascio dei fondi con il rischio di ulteriori sanzioni nei suoi confronti.