Niente da fare per il pilota che stava cercando in tutti i modi di tornare a correre in Formula 1. C’è il verdetto
Ambiente competitivo la Formula 1 dove storicamente corrono i migliori piloti in circolazione. Negli ultimi anni abbiamo avuto la fortuna di avere tutti insieme diversi campioni iridati come Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Fernando Alonso e Max Verstappen.
Tutti fuoriclasse assoluti che meritano di stare lì dove sono anche se il tedesco ha salutato al termine della stagione scorsa. Poi, oltre a loro, ci sono anche i vari Charles Leclerc, George Russell, Lando Norris, tutti potenziali fuoriclasse.
Il loro talento non si discute e perciò lo spazio per gli altri è poco. Lo sanno bene, ad esempio, Mick Schumacher e Daniel Ricciardo, entrambi rimasti ai margini del Circus diventando tester rispettivamente per Mercedes e Red Bull.
Formula 1 che non è estranea a dinamiche che non si possono controllare. A riguardo, tra gli eventi che hanno avuto un impatto significativo c’è indubbiamente la guerra in Ucraina. Lo scoppio del conflitto avviato dalla Russia ha avuto ripercussioni importanti anche nello sport toccando anche il mondo delle corse automobilistiche. Tra i piloti a farne le spese c’è stato anche il russo Nikita Mazepin, licenziato in tronco dalla Haas l’anno scorso.
Formula 1, niente da fare per lui: è ufficiale
La stessa Haas aveva altresì interrotto il rapporto di partnership con l’azienda del padre Dmitry Mazepin per lo stesso motivo. Il pilota russo ha quindi dovuto accettare suo malgrado questa decisione del team statunitense. Tuttavia, da quando ha dovuto lasciare la Formula 1, si è attivo subito per cercare di tornare al volante di una monoposto.
A marzo scorso aveva ricevuto il via libera da parte della Corte di Giustizia europea, purché corresse sotto bandiera neutra, così come accade negli altri sport per gli atleti russi. Di recente, però, è arrivata una nuova decisione da parte dell’Alta Corte di Londra, che, di fatto, gli vieta di tornare in macchina.
Mazepin aveva inoltrato la richiesta di sospendere le sanzioni a carico della sua famiglia disposte dal governo britannico (divieto di viaggi e congelamento dei beni), ma la corte londinese ha deciso di confermarle, impedendogli così di fare ritorno nel Regno Unito per parlare con i diversi team che hanno sede in Gran Bretagna di un suo eventuale ritorno nella massima seria automobilistica.
Adesso, l’ex pilota della Haas dovrà attendere il 19 luglio, data in cui dovrebbe essere emessa la sentenza definitiva che, quantomeno in buona parte, condizionerà il futuro della sua carriera nelle corse.