Non si placano le polemiche al Roland Garros dopo una serie di episodi che hanno fatto decisamente discutere
C’è un limite. Forse già superato negli ultimi giorni. E c’è un rischio, anche questo probabilmente già esperito: quello del pericolo che si parli più di polemiche extra campo che di gesti tennistici. Di strategie, di dritti, rovesci, volée e smash. In una parola, di tennis giocato.
Questo è, con buona pace di tutti, quello che sta accadendo intorno ad Aryna Sabalenka, protagonista sua malgrado di una serie infinita di polemiche. Innescate dal suo comportamento o dalle sue avversarie, poco importa. Conta il risultato: si sta probabilmente andando oltre.
Piccolo riepilogo: nel match di secondo turno contro l’ucraina Marta Kostyuk, vinto agevolmente in due set dalla ‘tigre di Minsk’, la sua avversaria si era rifiutata di stingerle la mano a fine incontro. “Non stimo Sabalenka“, aveva poi dichiarato in conferenza stampa la 20enne di Kiev.
Ovviamente i contrasti sono dovuti alla nazionalità bielorussa della numero 2 del mondo, alla quale tutti – compresi i tanti giornalisti ucraini presenti a Parigi – continuano a chiedere una presa di posizione netta contro la guerra. E contro il Premier biellorusso Lukashenko, stretto alleato del presidente russo Putin nell’invasione dell’Ucraina.
Ma il bello, o il peggio, sarebbe ancora dovuto arrivare. Nel match di quarti di finale Sabalenka è stata opposta ad Elina Svitolina, anch’ella ucraina, neo mamma ed ex numero tre del mondo: una delle più agguerrite oppositrici della guerra contro il suo paese. La scena, alla fine della contesa, si è ripetuta. Ma stavolta ha avuto una coda ancor più polemica.
La campionessa bielorussa ha atteso invano a rete che la sua avversaria si avvicinasse per la consueta stretta di mano. Cosa non avvenuta anche perchè anticipata, a parole, dalla stessa Svitolina nei giorni precedenti l’incontro.
Tale atteggiamento di Aryna è stato intrepretato, dalla tennista ucraina, come una mera provocazione atta a portare il pubblico del Philippe-Chatrier dalla sua parte. Stessa chiave di lettura data dall’ex tennista ucraino – già attivissimo in prima linea a sostegno del suo paese – Aleksandr Dolgopolov. Il quale ha letteralmente distrutto Sabalenka con un tweet più che esplicito.
“La sceneggiata di Sabalenka è stata sicuramente un gesto disgustoso. Mentre la Russia fa saltare in aria la diga con l’aiuto del suo amico dittatore, la regina del dramma in conferenza stampa aspetta appositamente a rete Svitolina, facendosi beffe di tutto quello che sta passando l’Ucraina. Patetica“.
Parole chiare, dirette, che aumentano il senso di accerchiamento che la tennista bielorussa aveva già denunciato, nei suoi confronti, ben prima del Roland Garros.
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