Il tennista si scaglia contro gli organizzatori del Roland Garros che gli hanno proibito di curarsi durante il match
Mancano ancora una manciata di match e si saprà il nome del vincitore di questa edizione del Roland Garros. Fino a qui è stato un torneo dove non sono mancate le belle partite, ma, purtroppo, nemmeno alcuni episodi controversi.
Tra i più discussi ci sono sicuramente quelli che hanno riguardato le mancate strette di mano di Svitolina e Kostyuk con le giocatrici russe e bielorusse. La guerra continua ad essere tema molto caldo e le ucraine si sono rifiutate di salutare le avversarie dei due paesi aggressori.
Oltre a questi episodi, un episodio discusso ha avuto come protagonista l’ex numero due del mondo Alexander Zverev, a cui è stato impedito di iniettarsi l’insulina, necessaria per la malattia di cui soffre ovvero il diabete di tipo 1. Una malattia invalidante che richiede cure anche durante un match.
La polemica è scoppiata appena dopo la sua vittoria su Grigor Dimitrov, quando, in conferenza stampa, un giornalista gli ha chiesto se il diabete sia un ostacolo per la sua carriera. Sascha è andato dritto al punto, affermando come negli altri tornei Atp gli sia consentito farsi iniezioni di insulina, mentre al Roland Garros no, o meglio, non può farlo quando si trova in campo.
Infatti, il regolamento del torneo glielo permette soltanto negli spogliatoi, solo che “se lascio il campo per farlo negli spogliatoi vale come un toilet break” ha detto. Il problema è che i giocatori ne hanno soltanto due a disposizione durante una partita. Per Zverev questa regola è limitante. “Abbiamo solo due pause – le sue parole durante una discussione con il giudice di sedia –, ma in un match da cinque set potrei aver bisogno anche di 4 o 5 iniezioni. È necessario per la mia salute“.
Zverev soffre di diabete da quando aveva appena tre anni, ma ciò non gli ha impedito di diventare uno dei più forti giocatori del circuito. La malattia è stato motivo d’imbarazzo in passato, a tal punto da spingerlo a tenerla segreta fino all’anno scorso. Un silenzio, il suo, spezzato con un annuncio nel quale svelava al mondo questa sua condizione e, al contempo, la nascita di una fondazione benefica che si occupa di aiutare bambini che soffrono della stessa patologia.
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