Tensione e polemiche già a partita appena finita a Parigi, sul campo centrale del Roland Garros: cosa è accaduto
Più che un torneo di tennis, sembra ormai uno scontro pressochè continuo tra ambasciatori diplomatici sul punto di interrompere i loro rapporti. O che anzi, almeno unilateralmente, hanno già sospeso addirittura i saluti alla controparte. Le tensioni del conflitto (bielo)russo-ucraino si sono trasferite nell’ambito dello sport mai come in questa edizione del Roland Garros femminile, che vede Aryna Sabalenka letteralmente presa di mira dalle avversarie. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Nel match di primo turno di domenica 28 maggio, la ‘tigre di Minsk’ aveva battuto nettamente l’ucraina Marta Kostyuk che tuttavia, a fine match, si era rifiutata di strigerle la mano. “Non stimo Sabalenka“, aveva dichiarato la tennista in conferenza stampa.
Assediata dai giornalisti ucraini presenti a Parigi, che le avevano chiesto di prendere una posizione netta contro l’invasione del suo Paese ai danni del ‘granaio d’Europa’, Aryna aveva inzialmente glissato sulla richiesta. Salvo poi addirittura, constatando le insistenti domande sulla figura del Premier bielorusso Lukashenko, decidere di sospendere le sue apparizioni nelle varie conferenze stampa per ‘salvaguardare la sua salute mentale‘.
Il quarto di finale, tra l’altro tecnicamente validissimo, contro Elina Svitolina – numero 192 del mondo ma ex numero 3, reduce da una gravidanza completata nello scorso ottobre – ha scatenato altre polemiche. Aryna ha vinto con un doppio 6-4, e a fine match ha aspettato a rete la sua avversaria per la consueta stretta di mano. Svitolina ha tirato dritto. Apriti cielo.
Sabalenka e Svitolina, è polemica dopo il match
La nativa di Odessa, già autoproclamatasi nelle scorse settimane ‘soldatessa’, definendo il tennis il ‘suo fronte personale’, ha spiegato le sue ragioni ai giornalisti: “Non so cosa stesse aspettando a rete, perché le mie dichiarazioni sul non stringere la mano erano state abbastanza chiare. Forse non ha i social“, ha detto sarcasticamente Svitolina.
Da notare come nel match di quarto turno, vinto contro la russa Kasatkina, che si era già definita una strenua oppositrice di Putin, l’ucraina non ha tradito la sua promessa, rifiutando anche in quell’occasione il saluto a fine partita.
Dopo il suo incontro con l’agguerrita ucraina, Sabalenka ha fatto un’eccezione al suo proposito di non presenziare più alle conferenze stampa spiegando la sua posizione. E tentando di mettere a tacere, per quanto possibile, le polemiche: “L’ho detto molte volte: non supporto la guerra, non voglio che il mio Paese sia impegnato in un conflitto. Sono una tennista di 25 anni, se volessi fare politica non sarei qui. Lukashenko? Si è fatto delle foto con noi dopo alcune partite di Fed Cup, ma all’epoca non stava succedendo nulla“, ha dichiarato la tennista di Minsk.