Formula 1: per l’ex pilota bisogna prendere provvedimenti per ciò che è accaduto. La sua battaglia è già iniziata e non vuole fermarsi
Quest’anno il campionato di Formula 1 sembra ormai già nelle mani della Red Bull. Un inizio così netto difficilmente si era visto in passato e dopo appena cinque gare Verstappen e Perez si ritrovano ad aver vinto tutti i Gran Premi disputati finora senza mai concederne uno agli avversari.
Certo, la stagione è ancora lunga, ma le lotte fino all’ultima tappa del Mondiale sembrano ricordi ormai far parte del passato, con il più recente avvicendamento durato per l’intero anno di corse che risale a quello arcinoto tra Hamilton e lo stesso olandese.
Allora, la Mercedes fece ricorso immediatamente per il discusso finale del GP di Abu Dhabi, ma la FIA si è espressa confermando il titolo a Max. Uno scenario, questo, che ora potrebbe riproporsi, ma per un Mondiale ben più datato e che vide un ex pilota della Ferrari essere pesantemente penalizzato per via di un episodio molto discusso.
A far esplodere il caso a ben quindici anni di distanza dall’accaduto è stato Bernie Ecclestone, che ha ammesso che lui e Max Mosley, ex presidente della FIA di allora, erano a conoscenza del fatto, ignorando però ogni provvedimento a riguardo.
Formula 1, l’ex pilota non ci sta e rilancia: “È molto grave”
In particolare, il caso in questione è quello del Crashgate del 2008, quando Nelson Piquet Jr andò a sbattere violentemente sulle barriere con la sua Renault in occasione del GP di Singapore di quella stessa stagione.
L’incidente, come confermato dallo stesso pilota brasiliano, gli sarebbe stato imposto dal team che gli avrebbe “ordinato” di andare a muro per favorire la gara del suo allora compagno di squadra Fernando Alonso, in lotta per il titolo. Tuttavia, quell’incidente finì per avvantaggiare Lewis Hamilton che poi si sarebbe laureato campione del mondo all’ultimo Gran Premio della stagione in Brasile.
Ad uscirne penalizzato fu invece l’ex pilota della Ferrari Felipe Massa il quale, dopo le parole di Ecclestone, si è subito attivato per prendere provvedimenti legali per annullare l’esito di quella gara e poter mettere le mani su un titolo che gli è sfuggito, di fatto, all’ultima curva del GP di casa quando Hamilton conquistò con un sorpasso su Glock i punti necessari per imporsi.
“Tutti sanno che mi hanno fatto un torto evidente – le sue parole riportate da FormulaPassion.com –. Credo di essere nel giusto e di poter lottare per la giustizia“. E ancora: “È stata una gara rubata, manipolata, è molto grave“.
Ciò lo porta quindi a voler andare avanti con la sua causa anche perché, come sottolineato da lui stesso, in passato si sono già verificati casi simili, come la Spy Story del 2007, per la quale fu squalificata la McLaren, rea di aver copiato il progetto della Ferrari. “Sono stati puniti per ciò che hanno fatto – ha detto nella stessa occasione Massa –. Nel mio caso, invece, non c’è stata alcuna punizione“. Senza i punti di Singapore, di fatto, Hamilton avrebbe perso il Mondiale con Massa vincitore in casa. Un sogno infranto sul più bello.