La notizia è arrivata da poco ma sta già facendo il giro del mondo: i tifosi devono dare l’addio ad un vero campione
Ogni volta che succede è come un tuffo al cuore, anche se è nessuno può farci nulla ed è un segno dei tempi. Ma ci sono campioni che hanno segnato un’epoca, anche più lunga di due lustri e pensare che non li potremo più ammirare ed applaudire fa male.
Succede anche nel ciclismo, con un ricambio generazionale che mai come negli ultimi mesi è stato profondo e molto intenso. Per motivi diversi in gruppo non pedalano più atleti che hanno fatto innamorare tifosi in tutto il mondo per le loro imprese anche se oggi sono stati sostituiti da campioni come Pogacar, Van der Poel, Van Aert ed Evenepoel.
Già dall’inizio del 2023 alcuni grandi ciclisti hanno lasciato il gruppo, per scelta o per necessità. Tra questi Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde. I due grandi duellanti nelle corse a tappe e nelle Classiche da 15 anni a questa parte.
Il messinese ha segnato un’epoca, tra Giro d’Italia e Tour de France, lasciando un vuoto che sarà difficile colmare nel ciclismo nostrano. Dura per gli spagnoli trovare anche un altro Valverde, uomo che soprattutto nelle corse di un giorno (Mondiali compresi) sapeva essere dominante. Come loro anche Tom Dumoulin, che già si era fermato una prima volta e ora ha appeso la bici al chiodo nonostante un’età ancora giovane.
Addio a un campionissimo del ciclismo: ha fatto la storia
Ha detto basta anche Philippe Gilbert che è arrivato fino a 40 anni mettendo nella sua personalissima bacheca quasi tutto. I Mondiali su strada 2012, il Giro delle Fiandre nel 2017 e la Parigi-Roubaix nel 2019. Ma anche una Liegi-Bastogne-Liegi nel 2011, due volte il Giro di Lombardia nel 2009 e nel 2010, quattro Amstel Gold Race, una Freccia Vallone e una Clásica San Sebastián.
Molto volte il suo direttore rivale, anche nel cuore dei tifosi belgi, è stato Greg Van Avermaet. Proprio quest’ultimo ha annunciato il ritiro a fine stagione. A 38 anni, Greg ha raggiunto la consapevolezza di non essere più competitivo come un tempo.
Diciassette stagioni da professionista, non come gregario di lusso ma protagonista assoluto sulle strade del mondo con le maglie di Lotto, BMC, CCC e adesso AG2R Citroën. Anche lui uomo da Classiche e da grandi appuntamenti. L’oro olimpico a Rio 2016 quando nel finale era in fuga con Nibali (che cadde in discesa lasciandogli strada libera) ma anche la Parigi-Roubaix e la Gand-Wevelgem nel 2017 più due tappe al Tour de France indossando anche la maglia gialla.
Tante belle pagine ma anche delusioni, perché per un fiammingo non aver mai alzato le braccia al Giro delle Fiandre, in casa, resterà un grosso rimpianto. “Questa decisione è stata molto difficile da prendere, ma quando mi guardo indietro sono estremamente orgoglioso dei miei risultati”, ha scritto nel post di addio. Come dargli torto…