Con il GP di Azerbaigian finalmente ripartirà la stagione di Formula 1, ma intanto c’è un nuovo pericolo per tutti: il budget cap fa paura
La pausa del Mondiale di Formula 1 causata dalla cancellazione del GP di Cina a Shangai ha congelato tutte le emozioni delle prime tra gare stagionali che hanno visto la Red Bull primeggiare in Bahrain, Arabia Saudita e Australia.
Tra una settimana si ricomincerà con il GP di Azerbaigian a Baku e con la Red Bull che rimane la monoposto da battere. Tutto questo nonostante la penalizzazione subita lo scorso anno che ha cancellato il 10% dei test aerodinamici 2023 oltre ad infliggere una multa di sette milioni di dollari. Il team austriaco era colpevole di aver sforato di 2,2 milioni di dollari il budget cap dell’anno precedente, quello del primo mondiale di Max Verstappen.
Un capitolo delicatissimo, che a lungo tempo ha messo anche in discussione i risultati della stagione 2021. Ancora oggi non tutti sono convinti che lo sforamento fosse solo per una cifra così bassa, ma alla fine la Red Bull se l’è cavata con il male minore.
Oggi però la giostra sta per ripartire perché il 31 marzo scorso scadevano i termini per presentare i bilanci relativi al 2022. Adesso è tutto nelle mani della Cost Cap Administration, l’ente indipendente perché dipende dalla FIA, che dovrà esaminare i conti per verificare se le squadre siano rimaste all’interno dei margini previsti, pari a 135 milioni di dollari.
Servirà del tempo per le opportune verifiche del caso, anche se in realtà questo argomento rimane molto delicato perché l’impressione è che ancora una volta ci siano differenze importanti. Cinque o dieci milioni in più investiti nello sviluppo di una monoposto possono fare una differenza notevole nel Mondiale, lo sanno bene Mercedes e Ferrari che negli ultimi anni si sono dovuti inchinare alla legge Red Bull.
E lo sa bene anche Stefano Domenicali, CEO di Liberty Media che organizza la Formula 1. Di recente, intervistato da Sky Sports Uk, il manager imolese ha ammesso che l’argomento budget cap non lo fa dormire la notte e lo rende molto nervoso. Le regole sono chiare per tutti, ma in gioco c’è molto di più perché dipende la credibilità di tutto il movimento.
Quello che Liberty Media vorrebbe è avere tempi più celeri sulle decisioni e quindi sulle eventuali punizioni per evitare il balletto del 2022. Servono sanzioni adeguate, ma soprattutto in tempi brevi perché i Mondiali non possono essere decisi a tavolino.
Una dichiarazione che avrà fatto fischiare le orecchie a Christian Horner. E secondo lui, come riporta PlanetF1, ci aspetta una nuova bufera: “Potrebbero esserci sei team oltre il limite del tetto di spese”, anche per colpa dei rincari energetici. Nuove penalizzazioni in arrivo quindi? Lo sapremo tra qualche mese.
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