Serie A, un ex calciatore malato di Sla vittima di una brutale aggressione durante un match di calcio giovanile
Un’aggressione nei confronti di un ex calciatore di 54 anni, ritiratosi dall’attività professionistica nel 2001 e ora malato di SLA. Basta già questa brevissima premessa per stigmatizzare quanto avvenuto a margine di un incontro giovanile disputato nel bergamasco.
Vittima dell’ennesimo episodio di violenza gratuita è stato Stefano Turchi. L’ex calciatore con un passato nelle serie minori ma anche in Serie A con l’Ancona di Vincenzo Guerini neopromossa a inizio anni ’90, oggi è un dirigente del settore giovanile del Brusaporto, società militante nel Girone B della serie D.
L’uomo, al termine del match di Under 17 contro l’Uesse Sarnico, gara svoltasi ad Albano Sant’Alessandro, a Bergamo., è stato colpito con calci e pugni da un “sostenitore” della squadra rivale. A rendere più inaccettabile il fatto è che Turchi, per la sua condizione, si trova su una sedia a rotelle.
Aggressione a Stefano Turchi, la ricostruzione
L’ex centrocampista di Vis Pesaro e Chieti, dopo l’aggressione è stato trasportato all’ospedale di Seriate e medicato. Gli è stato riscontrato un trauma cranico, danno emerso dopo la Tac.
Stando alla ricostruzione dell’episodio riportata anche da Fanpage, nei minuti finali della partita, il genitore di un calciatore del Sarnico ha avuto accesso all’area riservata per sincerarsi delle condizioni del figlio uscito anzitempo dal campo. Al momento di rientrare in tribuna, l’uomo ha iniziato a inveire contro la squadra avversaria. Turchi ha cercato di calmarlo ma, in risposta, al suo gesto ha rimediato solo calci e pugni.
Uscito dall’ospedale, l’ex calciatore ha commentato l’accaduto. “Così non si fa calcio, sono distrutto moralmente. Sono anche spaventato al pensiero che una persona come me che ama il calcio e che si trova in condizione di non potersi difendere può diventare vittima di una tragedia. Sto pensando di abbandonare tutto, di farmi indietro, nonostante tutta la mia vita sia stata dedicata al calcio”, ha affermato Turchi.
Ricordiamo che la Sla, la malattia che ha colpito Turchi, è una patologia degenerativa che nasce da un processo atrofico che va a colpire elementi del sistema della mobilità volontaria. Le conseguenze nel tempo portano alla graduale paralisi degli arti e dei muscoli della deglutizione, pregiudicando, di fatto, per sempre la qualità e le aspettative di vita del paziente.