In fase di valutazione una nuova legge tesa a contrastare l’utilizzo del cosiddetto Pezzotto. Adesso c’è da tremare, le novità
Negli ultimi anni, il mondo dei diritti televisivi è passato principalmente a reti private e streaming online. La proliferazione delle piattaforme dedicate ha rappresentato una grande novità per tutto il settore.
Contestualmente, però, si sono venuti a creare vie alternative illegali agli ormai tradizionali abbonamenti alle stesse piattaforme: la pirateria per intenderci. Una di queste è il cosiddetto “pezzotto” che, a fronte di un esiguo pagamento mensile, mette a disposizione tanti tipi di contenuti disponibili, in abbonamento, su altri canali o piattaforme. Lo sport, fra questi, è tra i più gettonati e, in particolare, il calcio, con i suoi match di campionato e coppe trasmessi su questi canali illeciti che, di fatto, sottraggono entrate a chi ne detiene i diritti legalmente.
Tuttavia, il governo italiano è più che mai determinato a contrastare il fenomeno che, ad oggi, conterebbe circa 5 milioni utenti nel nostro Paese. E alcune novità in tal senso potrebbero arrivare molto presto, con nuove regole in vigore in via definitiva nei prossimi mesi.
Pezzotto, sanzioni ancora più pesanti per i trasgressori
In particolare, nei giorni scorsi, la Camera ha approvato in prima lettura quella che viene già definita legge “anti-pezzotto”. Il testo prevede sanzioni ancora più pesanti: reclusione da 6 mesi a tre anni e multe che potrebbero arrivare ad oltre 15 mila euro per i trasgressori che offrono il servizio illegale. Multe fino a 5000 euro, invece, per chi vi usufruisce.
Novità importanti riguarderebbero anche il modus operandi degli organi di giustizia che indagano in questo campo. Le autorità avranno la possibilità di avvalersi del diritto di risalire all’identità del trasgressore tramite indirizzo IP che, in questo modo, sarà bloccato immediatamente. Così come saranno bloccati anche i siti riconducibili allo stesso indirizzo (in passato venivano bloccati soltanto a livello DNS).
Inoltre, nel caso in cui il disegno diventi legge a tutti gli effetti, saranno dati poteri anche all’Agcom, che potrà ordinare ai fornitori di servizi di chiudere l’accesso ai contenuti trasmessi illegalmente e segnalare ai giudici le eventuali infrazioni in materia. Un ruolo importante verrebbe assegnato anche alla magistratura che, in questo caso, potrà risalire all’utente che usufruisce del “pezzotto” tracciandone i pagamenti.
Insomma, il ddl del governo mira a scardinare tutto il sistema di pirateria che si è venuto a creare negli ultimi anni, andando così a tutelare maggiormente il diritto d’autore e gli interessi di produttori, pay tv e piattaforme streaming.