Sinisa Mihajlovic, continuano i ricordi commoventi nei suoi confronti: l’ultima rivelazione lascia a bocca aperta
La scomparsa di Sinisa Mihajlovic ha lasciato un vuoto incolmabile. L’addio all’ex calciatore prima e poi tecnico è stato davvero drammatico. Lo scorso mese di dicembre, dopo una lunga battaglia con la leucemia, ricomparsa più aggressiva dopo averla sconfitta una prima volta, Sinisa non ce l’ha fatta, lasciando un vuoto incolmabile nelle vite dei suoi familiari e di tutti coloro che l’hanno amato.
In primis i suoi tanti colleghi nel corso di una carriera fulgida, ricca di vittorie e trofei. Stimato da tutti coloro ne hanno condiviso l’esperienza in campo oppure sono stati alle sue dipendenze da giocatori, Sinisa è stato apprezzato per il suo essere sempre diretto, senza filtri tantomeno peli sulla lingua.
Un uomo tutto d’un pezzo che nella sua carriera di tecnico, iniziata da vice di Mancini all’Inter, ha anche avuto il coraggio di puntare sui giovani, sempre stati un punto fermo. Ed è stato proprio Sinisa a far debuttare in Serie A Donnarumma, l’attuale portiere di PSG e Nazionale, quando aveva appena 16 anni.
Sinisa Mihajlovic, il ricordo di Dejan Stankovic
Mancini, dicevamo, era legatissimo all’ex tecnico di Torino, Milan e Bologna ma come lui anche Dejan Stankovic. L’ex centrocampista ha condiviso con Sinisa le esperienze sia alla Lazio che all’Inter.
In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Dejan Stankovic ha parlato anche di Sinisa Mihajlovic. “In ogni situazione era il mio riferimento, un amico ed un compagno, Sinisa era ostinato e tirava dritto quando in testa si metteva una cosa, sbagliata o giusta che fosse“.
Un ricordo bellissimo quello di Stankovic. “Dopo un errore aveva una capacità di recupero straordinaria, sia verso sé stesso che nei confronti degli altri. Mi manca – ha ammesso il tecnico della Sampdoria – manca nel mio mondo anche se è impossibile paragonare il dolore mio rispetto a quello di Arianna e dei figli che sentono il peso di una terribile assenza ogni istante“.
Stankovic, poi, svela il rapporto che legava i due, quasi a doppio filo. “Mi ha fatto crescere in modo più veloce spiegandomi la vita. In Italia, alla Lazio, sono arrivato a 19 anni, età che allora non è paragonabile a quella di oggi. Lazio, Inter e Nazionale, senza di lui 19 anni, poi insieme a lui altri 25. A lui chiedevo consiglio su ogni cosa, compreso la vita privata perché era protettivo ed arrivata al punto in meno di un secondo” ha ammesso.
“Per me – ha proseguito Stankovic – era come un padre; si alzava subito dopo una caduta e ripartiva. Si arrabbiava, si scontrava con compagni, tecnici e presidente ma poi sempre riusciva a farsi perdonare“, il suo ricordo su Mihajlovic.
Stankovic, intanto, alla prima esperienza su una panchina di A, sta lavorando per regalare alla Sampdoria una salvezza insperata. Il successo nello scontro diretto con il Verona è stato fondamentale, ma i blucerchiati hanno ancora nove lunghezze da recuperare sulla quart’ultima posizione, occupata attualmente dallo Spezia.
Una sorta di “Mission impossible” per il tecnico serbo chiamato ad una sorta di miracolo sportivo guidando la squadra con il peggior attacco del torneo e la terza difesa più battuta.