Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini stanno attraversando un periodo molto difficile e c’è bisogno di un netto cambio di rotta da parte loro.
Il tennis azzurro sta vivendo un buon periodo nel complesso, tra giocatori già affermati e altri che stanno cercando di ritagliarsi uno spazio all’interno del circuito maggiore. Jannik Sinner guida il gruppo degli italiani nella classifica Atp e in questo inizio di 2023 si sta ben comportando ad ogni appuntamento dove è protagonista.
Dopo l’eliminazione agli ottavi dell’Open d’Australia, l’altoatesino si è guadagnato il primo titolo della nuova stagione a Montpellier, per poi rigiocarsi una finale, persa contro l’ex numero uno Daniil Medvedev, a Rotterdam. Le belle prestazioni sono poi proseguite anche a Indian Wells, dove si è spinto fino in semifinale.
Ben diversa è, invece, la situazione degli altri top azzurri Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Il primo ha perso all’esordio a Melbourne e poi ha rimediato tre sconfitte in quattro match negli impegni in Sud America. Male anche in California dove ha perso al debutto con Mannarino.
Per quanto riguarda il romano, la situazione non è certo migliore, anche lui sconfitto alla prima in Australia e nel primo Masters 1000 dell’anno, con il ritiro per infortunio ai quarti dell’Atp di Acapulco nel mezzo. Matteo aveva poi deciso di giocare anche il Challenger di Phoenix per ritrovare ritmo e fiducia, ma anche qui si è dovuto arrendere ad una condizione psico-mentale complessa che gli sta impedendo di trovare i risultati sperati.
Berrettini e Musetti, Bertolucci consiglia un supercoach
Nella sua ormai tradizionale rubrica sulle colonne della Gazzetta dello Sport “Voleé di rovescio”, Paolo Bertolucci ha voluto inviare un suggerimento ai due tennisti azzurri che stanno attraversando un periodo molto difficile che l’ex tennista definisce “stato di crisi quasi permanente“.
Per l’ex campione di Davis, per Matteo e Lorenzo sarebbe arrivato il momento “di scelte drastiche” e, in particolare, di affidarsi ad un supercoach che possa permettere loro di trovare nuove soluzioni tecnico-tattiche. Qualcuno che, secondo Paolo, possa essere “una figura altamente qualificata che affianchi gli storici tecnici Santopadre e Tartarini” in grado di fornire ai giocatori “una prospettiva diversa da cui guardare il proprio tennis e quello degli avversari“.
“Non si tratta di disconoscere il lavoro fatto fin qui, di recidere totalmente le radici originarie (anche se Sinner lo ha fatto) – prosegue –, bensì di affidarsi ad un pensiero e ad un afflato diverso che possa completare e affinare il percorso intrapreso in questi anni“.
Lo hanno fatto anche Federer, Djokovic e Murray
Quella di affidarsi ad un supercoach sarebbe senz’altro un’opzione valida per Musetti e Berrettini, poiché il passato ci ha fornito tanti esempi di spessore come ricorda lo stesso Bertolucci: “D’altra parte, perfino i Federer, i Djokovic, i Murray, ad un certo punto della loro carriera, hanno avvertito come necessario includere nel team una figura che fornisse nuovi riferimenti“.
Campionissimi del tennis e dello sport in generale che, grazie all’apporto di nuovi allenatori arrivati in momenti precisi delle loro carriere, hanno raggiunto traguardi incredibili, irripetibili per i due azzurri. Ma, se non altro, l’arrivo di un supercoach potrebbe aiutarli a superare questi momenti di blackout ritrovando quei risultati che ci si aspetterebbe da giocatori del loro talento.
Nella visione di Bertolucci, per Berrettini e Musetti un supercoach andrebbe a ricoprire il ruolo di “un consulente che suggerisca la migliore gestione della partita, dei suoi aspetti tattici e psicologici, prima e dopo“, mentre Santopadre e Tartarini “continuerebbero ad occuparsi del lavoro quotidiano, parimenti fondamentale nella definizione di un campione a tutto tondo“.