Tennis, è un gesto che vediamo fare a tutti i giocatori in ogni match, ma perché lo fanno? Il motivo è molto semplice…
Negli ultimi anni l’attenzione del pubblico nei confronti del tennis è cresciuta molto e il merito va principalmente ai suoi interpreti che hanno raggiunto livelli di competitività elevatissimi.
Basti pensare ai risultati ottenuti da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, i cosiddetti Big Three, che di stagione in stagione hanno alzato l’asticella sempre di più fino a superare quota 20 Slam. Così come ha fatto anche Serena Williams, regina indiscussa del tennis femminile degli ultimi venticinque anni e in grado di conquistare 23 Major, mai nessuno come lei nell’era Open.
Ora, con il suo ritiro e quello di Roger, Rafa e Nole hanno la possibilità di toccare nuove vette e, intanto, il serbo ha stabilito il nuovo record assoluto per il maggior numero di settimane trascorse alla prima posizione del ranking (378). Risultati del genere erano inimmaginabili fino al loro arrivo e sono frutto anche di una costante ricerca tesa alla perfezione in ogni aspetto. Perfezione che passa anche dai più semplici gesti, di quelli che fanno tutti in ogni match.
Tennis, perché lo fanno tutti?
In particolare, c’è un gesto che fanno davvero tutti, molto importante per sfruttare al meglio il servizio. Si tratta del controllo delle palline, che viene svolto dal giocatore ad ogni suo turno di battuta. Una pratica, questa, che vale soprattutto per la prima, poiché, di fatto, rappresenta un’ottima chance per fare punto e chiudere quanto prima il game con il minimo dispendio di energia.
In caso di seconda, non sempre viene svolto questo controllo, ma questo semplicemente perché si punta soprattutto a non commettere il doppio fallo che equivarrebbe nel consegnare il punto all’avversario.
Ad ogni modo, il motivo per cui i tennisti controllano ogni volta le palline è semplice: si tratta di trovare quella più “nuova” che darebbe più chance di ottenere il punto. In altre parole, con una palla sgonfia e/o rovinata, c’è il rischio che il servizio non dia l’effetto desiderato oppure non sia potente come voluto. In caso contrario, le corde della racchetta avranno un impatto migliore con la pallina che quindi schizzerà a velocità sostenuta e nel punto del campo più o meno esatto a cui il giocatore ha mirato.
La regola del cambio palle
Peraltro, le palline presentano anche un “pelo” che serve ad assicurare il corretto spin impresso dal giocatore. Anche questo, però, può venire meno a causa dei vari colpi ripetuti al quale viene sottoposta ogni pallina.
Dunque, proprio per garantire il miglior svolgimento del match possibile, nel tennis esiste la cosiddetta regola del “cambio palle”. In ogni partita di livello Atp, il primo cambio palle viene eseguito dopo sette game e da lì in poi ogni nove. A livello Challenger il primo c’è al nono game e poi ogni undici. Mentre se si arriva al terzo set, il cambio ci sarà subito all’inizio a prescindere da quando c’è stato l’ultimo.