Tennis: nel mondo ce ne sono un’infinità, ma non tutti sanno perché si presentano così e da cosa deriva quel caratteristico aspetto.
Il tennis è uno sport molto amato a livello globale. Attraverso le caratteristiche del gioco e ai suoi interpreti che di generazione in generazione si sono succeduti sul campo, questa disciplina ha raggiunto un successo mondiale e milioni di persone di ogni nazionalità, tra professionisti, semi e amatori, lo praticano abitualmente.
Del resto, chi non ha mai sognato di replicare un “colpo alla Federer” o chiunque sia il suo beniamino. Federer, ad esempio, nel corso della sua carriera, è diventato il tennista preferito di molti ed è uno tra i protagonisti principali degli ultimi anni che è riuscito ad aumentare l’attenzione del pubblico nei confronti di questo sport sia per il suo talento e la sua classe, ma anche, e forse soprattutto, per la sua rivalità con Rafa Nadal che ci ha accompagnato per vent’anni.
Vent’anni in cui uno è diventato “Re” sull’erba, mentre l’altro sulla terra battuta. Ciascuno di loro ha una sua superficie preferita e per Nadal, non ne ha mai fatto mistero neanche lui, è la terra rossa. Terra rossa che è quella che vediamo più spesso ad alti livelli e che ormai è diventata un’abitudine vedere, ma alcuni potrebbero essersi chiesti: ma perché è rossa?
I campi in cemento cambiano di colore in base alla scelta degli organizzatori. La vernice utilizzata a Melbourne è diversa da quella usata a Flushing Meadows per gli US Open e così via nei vari tornei che si disputano su questa superficie. C’è l’erba e, chiaramente, su quale sia il suo colore non ci sono dubbi.
E poi c’è la terra rossa. Può capitare di trovare campi in terra di altri colori, ma quello più caratteristico è sicuramente il rosso. Ormai non ci sorprende più vederli, ma forse non tutti sanno da cosa deriva questo colore, mentre altri potrebbero esserci già arrivati da soli.
Già, perché la sua tonalità potremmo definirla “rosso mattone” e, infatti, la polverina rossa proviene proprio dai mattoni, o meglio, dal materiale di scarto dei processi di produzione dei mattoni. Per la realizzazione dei campi, solitamente, questi “scarti” vengono triturati quanto più finemente possibile per ottenere un elevato grado di qualità. Questo perché più fine è la polvere e più il campo sarà apprezzato dai giocatori più esperti.
In passato si è provato più volte ad utilizzare una terra che non fosse rossa. Ciò principalmente per motivi televisivi e di sponsor. A Madrid 2012, si è utilizzata una terra di colore blu, colorata artificialmente per dare più risalto alla pallina gialla sul campo e, per l’appunto, anche per motivi di sponsorizzazioni.
Tuttavia, fu un esperimento provato soltanto quell’anno e mai più ripetuto, poiché per i giocatori il terreno risultava troppo scivoloso e quindi pericoloso per la loro incolumità.
In altri casi, invece, si adotta una terra di altri colori. Curioso quello del torneo di Charleston dove la terra è verde – chiamata rubico o Har-tru -, colore ottenuto dalla frammentazione del basalto e dal processo di lavorazione che ne consegue. Poi, esistono anche campi in terra grigia, anch’essa ricavata dal basalto, e gialla, sempre di derivazione naturale, come nel caso del torneo di Siviglia.
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