Jean Todt, storico team principal della Ferrari e grandissimo amico e confidente di Michael Schumacher, è tornato a parlare del loro rapporto e di quando i due erano protagonisti in gara.
Da quello sventurato giorno del dicembre 2013, ovvero quando Michael Schumacher ebbe il dolorosissimo incidente durante la sessione di sci sulle alpi, si è saputo davvero poco o nulla sulle reali condizioni di salute del grande campione automobilistico.
La famiglia di Schumacher si è stretta in un assoluto silenzio e pieno riserbo per la privacy del campione tedesco, il quale è costretto a vivere recluso in casa per le numerose terapie riabilitative a cui si sottopone.
Pochissime persone, familiari a parte, hanno il permesso di andare a trovare Schumi nella sua villa in Spagna, dove vive attualmente. Una di queste è sicuramente Jean Todt, ovvero lo storico team principal della Ferrari che ha sempre avuto un rapporto eccellente con Schumacher, costruendo una grande amicizia dentro e fuori il paddock della Rossa.
Jean Todt ed i retroscena ai tempi della Ferrari: “Senza di me, Schumacher avrebbe lasciato la Rossa”
Un legame enorme quello tra Todt e Schumacher, considerati dalla maggior parte degli appassionati di Formula 1 rispettivamente uno dei migliori manager e uno dei top piloti di sempre di questo sport su 4 ruote.
Intervistato da L’Equipe, Jean Todt è tornato a parlare di quel periodo trionfale e vincente in Ferrari, anche se il manager francese non ha nascosto le difficoltà di una scuderia così storica e mitica ma allo stesso tempo non organizzata benissimo.
“Quando sono arrivato alla Ferrari era come un’opera d’arte in rovina” – ha ammesso Todt ricostruendo le sensazioni del 1993, anno in cui sbarcò a Maranello. Un po’ come il periodo attuale, in cui la Ferrari è lontana dai fasti e dalle vittorie di un tempo, eppure è considerata ancora una monoposto di grande prestigio.
Sul rapporto con Schumacher: “All’inizio tra noi non c’era altro che rispetto reciproco. Lui aveva chiesto di avere una clausola rescissoria nel suo contratto che gli avrebbe permesso di andare via se me ne fossi andato anch’io. Nel 1996 girava voce che sarei stato cacciato. I giornalisti lo riferirono a Michael che rispose: ‘Se Jean se ne va, me ne andrò anch’io’“.
Eppure, problemi a parte, Jean Todt ammette di dovere molto alla Ferrari ed a quella grandiosa esperienza: “Ho lasciato definitivamente la Ferrari l’1 aprile 2009, ma non passa giorno senza che la gente mi ricordi che sono legato alla Ferrari per tutta la vita. Gran parte della mia notorietà viene dalla Scuderia“.
Il passato comune di Todt e Schumacher in Ferrari
Come ricordato da Jean Todt nell’intervista odierna, il suo passaggio in Ferrari come direttore della scuderia italiana è datato 1993. Fu il primo team principal straniero a Maranello, ma anche colui che diede il via ad una rivoluzione interna e gestionale.
Alla fine del 1995 fu Todt a spingere per l’ingaggio di Michael Schumacher, all’epoca stella della Benetton. I due strinsero subito un patto quasi di sangue, diventando amici, complici, quasi una famiglia all’interno della Ferrari.
Il lavoro per riportare la Rossa al titolo dopo tanti anni durò parecchio, vista l’ampia concorrenza ed i problemi interni. Ma poi il binomio Todt-Schumacher riportò la Ferrari ad essere quasi invincibile: dal 2000 al 2004 Schumi si laureò per 5 anni consecutivi come campione del mondo di Formula 1.