“Vi svelo le sue ultime ore di vita”, retroscena su Ayrton Senna: il tragico racconto. Il campione brasiliano ci lasciava il 1° maggio del 1994
Dopo aver conquistato tre titoli mondiali ed essere partito alla grande con la Williams in quella stagione, Senna perse la vita nel Gran Premio di Imola, con un tragico incidente nella curva del Tamburello.
E’ stato votato in un sondaggio sul sito della Formula 1, come il pilota più amato della storia. Quello che ha saputo trasferire Ayrton Senna agli appassionati del Motorsport è molto di più di una semplice bravura nella guida. Il brasiliano era un talento puto, in grado di trascinare tutto il popolo verdeoro e risollevare molti dalle sofferenze quotidiane.
I suoi tre titoli mondiali conquistati con la McLaren sono rimasti epici (1988-1990-1991) e molti altri ne sarebbero arrivati se quel maledetto 1° maggio 1994 il destino non ci avesse messo lo zampino.
Ayrton Senna si è schiantato con la sua Williams alla curva del Tamburello, dopo un guasto allo sterzo e l’impossibilità di controllare la monoposto. Un braccetto della sospensione anteriore si è andato a conficcare proprio nel casco, causandone la morte dopo il trasporto in ospedale.
Ayrton Senna, le sue ultime ore di vita: cosa è successo all’Ospedale Maggiore di Bologna
Chi ha assistito Senna nelle ultime fasi della sua vita è Giovanni Gordini, 67 anni, all’epoca responsabile del 118 di Bologna e oggi direttore della Rianimazione e del Dipartimento emergenza.
In un sentito racconto riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’operatore sanitario ripercorre quel giorno e quanto è accaduto dal momento del ricovero nel Pronto Soccorso.
“Ero in giro per il circuito. Mi ero diretto in tribuna centrale per controllare l’incidente tra JJ Lehto e Pedro Lamy alla partenza. Poi mi arriva una voce via radio che mi dice: “Senna, incidente Tamburello”. Così ho preso il mio motorino medico e mi sono diretto al Tamburello”.
Gordini poi aggiunge: “Sono arrivato qualche minuto dopo il medico della F1, Sid Watkins. Senna respirava ancora autonomamente ma era entrato in coma. Le manovre di rianimazione erano già iniziate. Capimmo tutti subito la gravità della situazione e decidemmo di trasportarlo subito in elicottero all’ospedale Maggiore”.
“Vi svelo le sue ultime ore di vita”: Giovanni Gordini è rimasto al fianco di Senna fino all’ultimo
Purtroppo quanto subito da Senna apparve subito chiarissimo a tutti i medici che gli prestarono soccorso in quelle ore. Giovanni Gordini racconta: “Senna era già stato immobilizzato, lo avevamo intubato facendogli una tracheotomia. Sull’elicottero continuava a respirare ancora con il ventilatore meccanico polmonare.
“Abbiamo portato subito Senna nell’emergency room del pronto soccorso e dopo avergli abbassato la parte superiore della tuta, abbiamo controllato il livello del sangue e fatto una Tac. L’emorragia era troppo grande e diffusa per colpa sia della lesione al lobo frontale destro che della frattura alla base del cranio. Ricevendo poco sangue, il cervello di Ayrton si è spento andando in quello che definiamo silenzio elettrico”.
Il responsabile del 118 di Bologna aggiunge un particolare: “L’ingresso di Berger nella stanza di ospedale dove era Senna mi colpì particolarmente. Mi fece impressione il fatto che è voluto a tutti i costi entrare per vedere un suo amico che stava morendo. Lui che era già stato ricoverato nella stessa camera nell’aprile 1989. Un gesto raro e pieno di significato”.
A distanza di così tanti anni nessuno può dimenticare un così grande campione. Ayrton è sempre nel cuore di tutti gli appassionati di F1.