Barazzutti non ha dubbi: le sue aspettative per il tennis azzurro sono alte e presto uno tra Sinner, Berrettini e Musetti ce la faranno.
Negli ultimi anni il tennis azzurro è cresciuto a dismisura, con sempre più talenti che si affacciano o hanno già raggiunto la top 100 del ranking mondiale. A guidare la folta schiera di italiani ci sono poi sempre loro: Matteo Berrettini, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti.
Il primo è ormai da cinque anni ai vertici e nel suo palmares ci sono 7 titoli più una storica finale Slam a Wimbledon nel 2021. Ancora più precoce l’altoatesino con il suo primo titolo Atp arrivato a 19 anni e da lì ha avuto un rendimento costante fino ad entrare in top 10. Poi c’è Musetti, anche lui giocatore con grande potenziale e che qualcosa ha già fatto vedere, come le vittorie dei tornei di Amburgo, in finale con Alcaraz, e Napoli.
Per non parlare poi della squadra di Coppa Davis, dove, con l’aggiunta del formidabile duo Fognini e Bolelli, quest’anno ci sono ottime possibilità di riportare in Italia l’insalatiera dopo quasi cinquant’anni dalla prima e ultima vittoria.
A proposito di Davis, Corrado Barazzutti, protagonista del successo del ’76 insieme a Pietrangeli, Panatta, Zugarelli e Bertolucci, è tornato a parlare del tennis azzurro in un’intervista alla Gazzetta dello Sport e, in quest’occasione, si è sbilanciato con un pronostico che senz’altro fa ben sperare i tanti tifosi italiani.
Barazzutti non ha dubbi: accadrà presto
“Berrettini ci è andato molto vicino a Wimbledon, Sinner se sta bene è un top player, Musetti ha grandi margini. Entro tre anni, ne sono certo, torneremo a festeggiare“. Queste le parole dell’ex tennista che, quindi, non ha dubbi sul fatto che uno dei tre azzurri solleverà un trofeo Slam. Titolo, questo, che nel maschile manca all’Italia dal 1976, quando fu Adriano Panatta, peraltro amico e compagno di squadra in quella storica vittoria a Santiago del Cile, ad alzare la coppa del Roland Garros.
Insomma, Barazzutti è piuttosto sicuro che arriverà presto, a prescindere da chi sarà il giocatore a trionfare, ma ancora prima spera di poter vedere gli attuali protagonisti della Nazionale vincere la seconda Coppa Davis della storia del nostro Paese.
Barazzutti e il sogno Davis
“Spero che in Coppa Davis quest’anno i nostri stiano tutti bene: credo sia arrivato il momento per non lasciare più soli noi eroi della vittoria del 1976” ha detto e il riferimento va inevitabilmente al fatto che nelle finali scorse all’Italia mancava Sinner, un Berrettini in forma e anche Bolelli nel match decisivo di doppio con il Canada.
Lo stesso Barazzutti ha poi parlato della sua esperienza da capitano e del suo contributo al “rinascimento” del tennis italiano. “Il progetto era di tutti, in primis della Federazione – spiega –. Ma io mi riconosco il merito di aver riportato allo stesso tavolo i dirigenti, i giocatori e gli allenatori privati: una sinergia che poi ha dato frutti enormi“. Una situazione ben diversa rispetto a quella che aveva trovato non appena arrivato: “Quando sono arrivato, nei rapporti tra federazione e coach personali, c’era l’inferno“.