Michael Schumacher, un retroscena da brivisi è spuntato fuori: pochi istanti fa l’annuncio clamoroso
Sette titoli mondiali per Michael Schumacher, che lo hanno inserito di diritto nella storia della Formula 1, tra le leggende di questo sport. D’altronde è il più titolato di sempre, sebbene nel 2020 sia stato appaiato in questa speciale classifica di titoli iridati da Lewis Hamilton.
Il Kaiser ha entusiasmato i tifosi della Ferrari riportando il Cavallino ai fasti di un tempo, con mondiali piloti (dal 2001 al 2004) e costruttori vinti a iosa, consecutivi, per un dominio davvero incredibile degli anni 2000.
Schumacher, dopo l’addio alla Ferrari ed il ritiro dalla Formula 1 nel 2006, è ritornato per una piccola appendice in Mercedes nel 2010, fino al 2012, all’età di 41 anni prima del ritiro definitivo. Un biennio dove non ebbe risultati a livello di titoli ma il suo apporto fu fondamentale per lo sviluppo della monoposto per i successi in serie di Lewis Hamilton.
Il 29 dicembre del 2013, poi, l’incidente sugli sci, sulle nevi di Meribel, sulle Alpi francesi, che l’ha tenuto in coma per diverse settimane. Ed ancora oggi le notizie sono frammentarie, con il massimo riserbo imposto dalla famiglia anche agli amici più stretti del Kaiser.
Ferrari, svelata la nuova monoposto: l’obiettivo del 2023
Il Cavallino, peraltro, dopo l’epopea di Schumi, ha vinto solo un’altra volta il titolo piloti, nel 2007 con Kimi Raikkonen, prima di entrare in un vero e proprio anonimato, guardando trionfare gli altri, Red Bull e Mercedes – soprattutto – su tutti.
Tra meno di un mese prenderà il via il Mondiale del 2023 e la Ferrari ha alzato i veli sulla nuova monoposto il giorno di San Valentino, con l’obiettivo di far innamorare tutti i tifosi e, soprattutto, sperando che la vettura sia più che competitiva ed in grado di lottare per la vittoria, solo annusata nelle prime gare la scorsa stagione.
Mattia Binotto, sostituito nel ruolo di Team Principal da Frederic Vasseur, in un incontro al Panathlon Club di Parma insieme ad Aldo Costa e Giampaolo Dallara, ha parlato anche di Michael Schumacher. “Ha dato tantissimo a noi, è stato uno straordinario pilota per leadership, generosità e carisma, per quello che ha dimostrato di essere e per quello che vinto” ha esordito l’ex manager della Ferrari.
“Nel mio percorso professionale mi porto dietro ancora quella mentalità; cercavo di ricordarmi e di applicare la cultura dell’epoca quando ero Team Principal. All’epoca trascorrevo più tempo con Michael che con la mia famiglia, tra gare e test 210 giorni l’anno, e questo mi ha sempre portato a dire come in Ferrari si vive, non si lavora“.
Michael Schumacher, il ricordo dell’ex Team Principal Mattia Binotto
Mattia Binotto ha anche raccontato il primo incontro con Michael Schumacher. “Era il 1995, novembre, lui era passato dalla Benetton in Ferrari da campione del mondo, io appena laureato. Aveva una tuta bianca senza sponsor nel primo test, a Fiorano un solo giorno per prendere confidenza con la monoposto, che montava l’ultimo 12 cilindri” ha ricordato.
“Il primo vero test fu all’Estoril, eravamo abituati a Berger ed Alesi. Il semaforo verde alle 9 del mattino e quindi il pilota arrivava dieci minuti prima, giusto il tempo per indossare casco, tuta ed entrare in auto” ha proseguito nel racconto.
“Installation lap, poi il controllo della vettura da parte dei meccanici per verificare l’esistenza di problemi e nel frattempo gli ingegneri analizzavano i dati e parlavano con il pilota per il programma. Alle 16 la pista e l’aria si rinfrescavano e l’asfalto diventava più veloce; quindi si tornava in pista con poca benzina e gomme fresce per il tempo record“.
Con Michael Schumacher, però, cambiò tutto. Il tedesco era un perfezionista e Binotto lo spiega alla perfezione. “La prima volta con Michael arrivammo alle 8.30 all’Estoril; Michael ci faceva il segno dell’ora seduto sulle scalette del motorhome. Ci disse che il meeting andava fatto ogni mattina alle 8 per discutere del programma ed effere efficienti alle 9“.