Novak Djokovic si gode il successo di Melbourne ma intanto incassa un grande affronto: lo hanno distrutto
Il riposo dopo il trionfo. Novak Djokovic si gode il successo di Melbourne allenandosi a Marbella, in Spagna, accompagnato da moglie e figli.
Il serbo ha vinto il suo decimo Australian Open, conquistando così lo Slam numero 22 in carriera (raggiunto Nadal) e riprendendosi il numero 1 al mondo nel ranking ATP. Ora sono 375 le settimane in vetta alla graduatoria mondiale e il prossimo obiettivo è superare Steffi Graff, che con 377 settimane da leader è la detentrice del record assoluto. Un primato che tra tre settimane potrebbe essere battuto, ma non l’unico da parte del 35enne di Belgrado.
Il 2023 potrebbe davvero essere un anno da record per Djokovic che punta anche a vincere tutti gli Slam nello stesso anno solare. Missione possibile per molti, almeno a giudicare con la facilità con cui ha vinto gli Australian Open nonostante i problemi fisici, confermati poi anche dagli organizzatori.
Ora per il numero 1 al mondo potrebbe esserci il ritorno in campo nell’ATP 500 di Dubai anche se molto dipenderà proprio dalle condizioni fisiche. Intanto il suo nome continua a far discutere anche lontano dal terreno di gioco. E’ accaduto anche a Melbourne tra i dubbi sul suo infortunio e le vicende che hanno riguardato il papà. Fuori dal campo arriva un’altra polemica ma questa volta Djokovic è protagonista suo malgrado.
Djokovic, murale distrutto in Kosovo
Non può essere certo colpa sua, infatti, quanto accaduto a Orahovac, cittadina che si trova nel sud del Kosovo. Proprio qui, stando a quanto scrive l”Ansa’, riportando le parole di Petar Petkovic, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo, è stato imbrattato un murale dedicato al tennista.
Gli sconosciuti hanno reso irriconoscibile il volto di Djokovic, come raccontato da Petkovic in una dichiarazione che ha puntato il dito contro il premier kosovaro Albin Kurti e la sua politica giudicata anti-serba. Petkovic ha parlato di “hooligan di Kurti” che “di notte hanno distrutto a Orahovac un murales dedicato al nostro Novak Djokovic“, facendo riferimento all'”odio degli estremisti“. Un gesto eloquente che si inserisce in un contesto particolarmente complicato con i rapporti tra Serbia e Kosovo che negli ultimi mesi sono stati all’insegna dei contrasti.
La Ue è intervenuta, insieme agli Stati Uniti, chiedendo alle due parti in causa di fare dei passi per la normalizzazione dei rapporti, ma certo quanto accaduto a Orahovac non rientra in questo scenario. Il murale era stato dipinto un anno fa e faceva parte di un progetto realizzato dalla comunità serba presente in città.
Gli altri “murales” di Djokovic
Non l’unico dipinto presente in giro per il mondo e raffigurante il campione serbo. Murales ce ne sono sparsi in diverse città: dalla sua Belgrado al Montenegro, senza dimenticare quello -inaugurato dallo stesso Djokovic qualche anno fa- realizzato in California. Il segno di quanto il 35enne sia entrato nella storia dello sport. Una storia che può ancora essere allungata: ci sono altri record a portata di mano e magari saranno l’occasione per nuovi murales e anche per qualche gesto di pace.