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Ha battuto Nadal nel suo “regno”, poi l’ascesa e il dramma: cosa fa oggi l’ex tennista

Ha battuto Nadal nel suo “regno”, giocato due finali Slam e raggiunto la top 5 del ranking: cosa fa oggi l’ex tennista.

Se oggi Djokovic sembra imbattibile, in passato lo era ancora di più e gli unici che potevano batterlo erano quasi sempre loro: gli altri due Big Three Roger Federer e Rafa Nadal.

Il campo del Roland Garros – Tennispress.it

Di questi tre ora sono rimasti solo il serbo e il maiorchino, gli unici due tennisti in grado di vincere più Slam di Roger. Entrambi, infatti, sono ora a quota 22, mentre il campione elvetico si è fermato a 20.

Numeri, questi, pazzeschi se vogliamo, mai raggiunti da nessun altro giocatore e che quindi certificano lo status di campionissimi, da molti considerati i tre tennisti più forti di sempre. Tuttavia, anche loro erano pur sempre uomini, non robot, e quindi poteva capitare di perdere contro avversari che quantomeno alla vigilia partivano con lo sfavore dei pronostici.

Ma il campo, si sa, così come accade anche in altri sport, sa regalare storie uniche, come quando l’outsider di turno riesce a vincere contro il migliore, magari anche nel suo “regno”. Un po’ come è successo nel 2009 a Robin Soderling, primo e tuttora l’unico tennista, insieme a Djokovic (nel 2015 e nel 2021), in grado di battere Rafa Nadal sulla terra rossa del Roland Garros.

Una vittoria epica per lo svedese, che da lì in poi prese coscienza dei suoi mezzi spingendosi fino alla quarta posizione della classifica Atp, rimasto suo best ranking in carriera.

Robin Soderling, il primo tennista a vincere contro Nadal al Roland Garros

Robin Soderling – Tennispress.it

Quella di Soderling fu un’ottima carriera e, se non avesse giocato nella stessa epoca di Federer, Nadal e Djokovic, forse, almeno un titolo Slam se lo sarebbe portato a casa. Del resto, ha raggiunto due finali Slam (Roland Garros 2009 e 2010) ed è riuscito a battere anche altri ottimi giocatori, come David Ferrer e Thomas Berdych in occasione dell’Atp di Bastad del 2011, torneo da lui vinto.

Ma quello che non sapevano i tifosi, e che non sapeva allora neanche lui, era che quel titolo sarebbe stato l’ultimo della sua carriera, in declino già dalla vittoria su Nadal di due anni prima. “Dal 2009 ho iniziato a raccogliere molte vittorie e questo mi ha messo addosso molta pressione. C’è stato un momento in cui pensavo che ci fossero solo tre giocatori con cui potevo perdere. Il resto dei tennisti dovevo batterli, e se non ci riuscivo mi sentivo un perdente” raccontò in un’intervista passata a Sveriges Radio.

Un periodo difficile, che lo stesso Soderling definì “un buco nero da cui ho avuto difficoltà ad uscire“. Poi, oltre al fattore psicologico, si aggiunse anche la malattia: una mononucleosi talmente aggressiva che alla fine gli impedì di tornare a giocare. Rimase fuori dal circuito per qualche anno e, dopo aver dovuto rimandare più volte il rientro, nel 2015, a soli 31 anni, annunciò il ritiro e da quel momento in poi iniziò una nuova fase della sua vita.

Soderling, cosa fa oggi

Dopo l’addio al tennis giocato, Soderling ha aperto una attività tutta sua: la RS, azienda specializzata in produzione di materiale tecnico, come racchette, grip e palline. Contestualmente, iniziò anche ad allenare Elias Ymer (oggi numero 120 Atp), mentre nel 2019 divenne capitano della Nazionale svedese di Coppa Davis. Lo è stato fino ai preliminari dell’anno scorso prima di essere sostituito, per motivi di salute, da Johan Hedsberg.

Francesco De Vincenzo

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