Rafa Nadal è famoso non solo per le vittorie ma anche per il suo comportamento in campo, quasi mai sopra le righe. Il motivo.
Non è iniziata nel miglior modo la stagione di Rafa Nadal, uscito di scena a sorpresa al secondo turno dell’Australian Open. Lo spagnolo già non era al top della forma e nel match contro McDonald ha dovuto fare i conti anche con un infortunio che lo sta costringendo ad uno stop di un mese e mezzo.
Un brutto colpo per il maiorchino che senz’altro sperava di arrivare quantomeno alla seconda settimana del primo Slam dell’anno, anche perché c’erano da difendere i punti conquistati con la vittoria del titolo della stagione scorsa. Dunque, con questa sconfitta, adesso si ritrova in sesta posizione nel ranking Atp, in attesa di poter tornare ad allenarsi con intensità e ritrovare la miglior condizione possibile per il resto della stagione.
Intanto, suo zio Toni ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair toccando vari argomenti, compreso lo stesso nipote che ha allenato fino a qualche anno fa. Insieme hanno raggiunto traguardi storici, che hanno contribuito a scrivere la storia recente del tennis. Ma il loro percorso è iniziato già quando Rafa era soltanto un bambino ed è quindi anche grazie ai suoi insegnamenti se è diventato uno dei più grandi atleti di sempre sia dentro che fuori dal campo.
Nadal, zio Toni svela il motivo
Nadal è un campione, lo dicono i numeri, lo dice il suo palmares. Tuttavia, potrebbe essere definito anche un campione per ciò che riguarda il suo comportamento: difficilmente sopra le righe e mai visto intento a rompere una racchetta. Un atteggiamento, il suo, con pochissimi eguali, tanto che anche il suo amico-rivale, Roger Federer, noto per la sua eleganza sia tennistica che comportamentale, aveva avuto un trascorso da “bad boy” nella fase iniziale della sua carriera. Ma Rafa no, non l’ha mai avuto, e non ha mai scagliato una racchetta a terra in vita sua.
E di questo ha parlato lo zio Toni che ha spiegato il motivo per cui suo nipote si è sempre comportato bene in campo. “Rafael è sempre stato un bambino molto docile – racconta –. Era semplice e obbediente, qualcuno a cui si potevano dire le cose senza che si lamentasse“. E ancora: “Non ha mai carcato di mettere in difficoltà gli altri, come fanno altri ragazzi che trovano più difficile obbedire. Gli si dice qualcosa e si vede che è disposto a farlo subito. È una cosa di cui un formatore o un insegnante è molto grato“.
Un comportamento, quello di Rafa da piccolo, difficile da riscontrare in altri suoi coetanei, ma ciò dipende da un fattore ben preciso secondo Toni. “Ciò è dovuto all’educazione che i suoi genitori gli hanno dato e, ovviamente, al suo modo di fare, ma, come ho fatto con i ragazzi che ho allenato prima di lui, ho capito che tutto andava di pari passo” ha detto.
“Io, per esempio, non gli avrei mai permesso di rompere intenzionalmente una racchetta, perché questo è il mio modo di intendere il mondo – conclude –, ma il fatto che non l’abbia lanciata è dovuto all’educazione che i suoi genitori gli hanno dato“.