Contrariamente a quanto era lecito attendersi dopo la sua vittoria da record all’Australian Open, la decima in carriera, Novak Djokovic ha ammesso di non avere festeggiato
Le testimonianze parlano di una festa ad altissimo tenore alcolico che si è conclusa solo dopo le 4 del mattino e che ha coinvolto tutto lo staff di Novak Djokovic. Tutto. Tranne lui. Perché alla festa che doveva celebrare la più grande impresa del tennista serbo mancava proprio il protagonista.
Novak Djokovic ha atteso 24 ore per rivelare il modo assolutamente noioso con il quale i ha celebrato la sua vittoria da record agli Australian Open. Con una dormita epocale: “La più lunga delle ultime tre settimane” ha detto Djokovic ai giornalisti serbi che lo aspettavano fuori dall’albergo nel primo pomeriggio di lunedì.
La sua festa si è limitata a un flute di champagne, bevuto solo per metà. Un brindisi ristretto con poche persone che è arrivato a notte fonda dopo una lunga serie di interviste e gli impegni con i test antidoping: tre. E che a causa dell’emozione e del frenetico ritmo di interviste e conferenze stampa, si sono tremendamente prolungati.
Novak Djokovic, il rientro alle 3 del mattino
Nole è stato al centro dell’attenzione per tutto il giorno. Ma stavolta a fare notizia è la non-notizia dei suoi festeggiamenti.
“Ho dormito – ha ammesso il fuoriclasse – ho dormito come se non avessi mai avuto bisogno di dormire così tanto. Magari qualcuno si sarebbe aspettato qualche follia, una mezza esagerazione. Ma non era davvero il caso. Ero sfinito, completamente svuotato dopo la fatica della partita e l’estenuante altalena emozionale che ho vissuto nel corso degli ultimi giorni. Un drink. E poi me ne sono andato a letto. Scrivetelo… sono una persona estremamente noiosa”.
Djokovic è tornato in albergo intorno alle 3 stremato dal protocollo, dalle foto e dalle interviste. Il tutto mentre nella hall del suo hotel i tecnici, i terapisti, gli agenti e i suoi familiari si davano alla pazza gioia: “È stata una lunga notte… per loro – ha scherzato ancora Djokovic – io ho salutato, sono salito in camera e ho dormito tanto. Non meno di una decina di ore. Poi mi sono dedicato una lunghissima doccia senza pensieri e una meravigliosa colazione in famiglia. I miei? Al momento credo che stiano ancora dormendo…”
Pronta una onorificenza
Sulle sue lacrime del dopo match, quando ha abbracciato il suo allenatore Goran Ivanisevic, Djokovic ha ammesso che quelle lacrime erano appese: “Le ho conservate a lungo, erano lì da un po’…” è la sua frase un po’ criptica che forse fa riferimento alla sofferenza dello scorso anno quando fu escluso dal torneo ed espulso dal paese.
Il ritorno di Djokovic in Europa è atteso nelle prossime ore. Quasi certamente il tennista sarà a Belgrado per una serie di impegni ufficiali. Un’atmosfera completamente diversa dopo quella dello scorso anno quando si riparò in patria dopo le polemiche successive a quanto accaduto a Melbourne.
Pronta per lui l’ennesima onorificenza nazionale. “Finalmente penso che in questo caso mi lascerò un po’ andare, a casa, con gli amici e i miei familiari. Come festeggerò? Una splendida cena e forse mi farò un regalo”.
Una delle grandi passioni di Djokovic sono le auto. Tempo fa si era recato a Maranello ed era rimasto folgorato dalla nuovissima Ferrari 488 Pista, un bolide che nella sua configurazione più ricca costa poco meno di 700mila euro. Djokovic ha una collezione di auto importante: ma non possiede né una Lamborghini né una Ferrari. Cosa che il suo amico Ibrahimovic gli ha spesso rimproverato…