Ritratto di Aryna Sabalenka che conquista il suo primo trofeo in un torneo dello Slam all’Australian Open
L’Australian Open femminile si chiude con la vittoria, certamente inattesa dalla vigilia del primo slam stagionale, di Aryna Sabalenka. Prima vittoria in un torneo major WTA della tennista bielorussa vittoriosa in tre set e in rimonta sulla campionessa di Wimbledon Elena Rybakina (4-6 6-3 6-4) al termine di una bella partita.
A fine gara premiazione assolutamente atipica. Per la prima volta niente bandiera e niente onori nazionali per la Sabalenka, che ha potuto prendere parte al torneo ma da ‘apolide’. Perché Russia e Bielorussia sono escluse da qualsiasi manifestazione ufficiale di ATP e WTA dopo l’invasione dell’Ucraina avvenuta ormai undici mesi fa. I tennisti possono partecipare: ma solo a titolo personale. Senza inno né bandiera. Così come Russia e Bielorussia sono escluse sia dalla Coppa Davis che dalla Billie Jean King Cup le due principali competizioni tennistiche per nazioni.
Una finale decisamente atipica: considerando che anche Elena Rybakina, nata a Mosca ma naturalizzata con passaporto del Kazakistan da ormai cinque anni, agli inizi della sua carriera era considerata una tennista russa a tutti gli effetti. Una questione non da poco. Soprattutto dopo che molti tennisti russi si sono dichiarati del tutto contrari alle operazioni belliche del loro paese in Ucraina. In un clima di crescente discussione considerando che alla Rod Laver Arena le bandiere russe e bielorusse sono state sequestrate sia fuori dall’impianto che all’interno del campo da gioco dopo una denuncia dell’ambasciata ucraina in Australia.
Tra le conseguenze dei provvedimenti imposti dalla WTA il fatto che Aryna Sabalenka anche sulla placca del trofeo, la Daphne Akhurst Memorial Cup, risulterà senza paese di rappresentante. Ed è la prima volta in assoluto nella storia dell’Australian Open.
Inevitabile che in conferenza stampa il primo argomento toccato dai giornalisti sia proprio questo: “Non voglio che la questione diventi politica, io gioco a tennis. E vivo a Miami da tempo. Sono orgogliosa di rappresentare il mio paese e se mi dicono che non posso giocare, anche se come è accaduto a Wimbledon ho masticato amaro, lo accetto. Penso che tutti sappiano che sono ancora una giocatrice bielorussa” ha dichiarato la Sabalenka a riguardo.
Non è ancora chiaro se Wimbledon, come l’anno scorso, deciderà di chiudere le porte a tennisti russi e bielorussi. Nessuno escluso: “Spero che cambino idea, che ci facciano giocare e che la politica esca dallo sport – ha concluso la Sabalenka – credo che questa mia vittoria abbia reso orgogliose molte persone in Bielorussia. Ma non tornerò a casa per festeggiare. Andrò direttamente a Miami per preparare i miei prossimi tornei”.
Molto intensa la parte della conferenza stampa nel corso della quale Aryna confessa le sue fragilità emotive: “Vado da un estremo all’altro, spesso senza controllo e in modo anche pericoloso per quello che è il mio equilibrio. Ma da qualche tempo cerco di gestire queste mie difficoltà. Ho deciso di fare a meno del mental coach che mi assisteva. É un mio problema: e devo risolverlo. Anche perché mi sembra chiaro che se non sono io la prima a impegnarmi nessuno mi potrà aiutare”.
Con la vittoria all’Australian Open, Sabalenka diventa la numero #2 della classifica WTA alle spalle di Iga Swiatek.
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