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Sport italiano in lutto: scomparsa improvvisa, addio al simbolo del nostro calcio

Addio ad un personaggio chiave del calcio italiano. Il lutto, arrivato improvvisamente questa mattina, riguarda un uomo che è stato al centro delle cronache sportive e calcistiche per anni.

Il calcio italiano negli ultimi mesi ha vissuto momenti molto dolorosi. Sia sul campo, con la mancata partecipazione ai Mondiali 2022 che si sono svolti in Qatar. Sia per notizie ben più gravi che riguardano alcuni protagonisti.

Tifosi in lacrime per l’addio – Tennispress.it

Tra dicembre e gennaio ci hanno lasciato alcuni personaggi meravigliosi di questo sport. Prima Sinisa Mihajlovic, allenatore serbo che in Italia ha trovato grande fortuna fin da quando era calciatore. Poi Gianluca Vialli, storico ex bomber di Juventus e Sampdoria, entrambi sconfitti dalla malattia.

Senza dimenticare l’addio ad un grande giornalista sportivo, in particolare esperto di calcio, come Mario Sconcerti, che è morto improvvisamente nel mese di dicembre. Insomma, brutte notizie per gli amanti del pallone. Che purtroppo non finiscono qui.

Calcio, è morto Carlo Tavecchio: addio all’ex presidente della FIGC e della Lega Dilettanti

La notizia è giunta questa mattina. E’ morto Carlo Tavecchio, noto dirigente sportivo e calcistico, uno dei personaggi più noti ed impegnati di questo sport in Italia.

L’uomo di origine lombarda è scomparso all’età di 79 anni. Non sono ancora state rese note le cause del decesso improvviso. Se ne va dunque un dirigente che nella sua carriera all’interno del mondo del calcio ha sicuramente lavorato moltissimo, per cercare di migliorare le varie sfere, ma che ha fatto anche discutere per scelte ed atteggiamenti.

Tavecchio era originario di Ponte Lambro, cittadina in provincia di Como della quale è stato anche sindaco in giovane età. Si interessò al mondo del pallone fin da subito, nonostante gli studi in materia finanziaria.

Carlo Tavecchio – Tennispress.it

Per molti anni, dal 1999 al 2014, Tavecchio è stato simbolo del calcio dilettantistico italiano, diventando presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Ruolo che, solo in zona lombarda, ha ricoperto anche negli ultimi anni di vita, dal 2021 in poi.

Lo si ricorda soprattutto per la sua esperienza dal 2014 al 2017 come presidente della FIGC, ovvero della federcalcio italiana. La carica più alta nel mondo del pallone nostrano, in un periodo certamente non semplice per lui e per lo sport in generale.

L’esperienza in Federcalcio di Carlo Tavecchio

A Tavecchio si legano diverse mosse e decisioni nella carica di presidente FIGC. Il dirigente lombardo scelse Antonio Conte, convincendolo con un super-contratto, come commissario tecnico della Nazionale italiana.

Dopo i buonissimi risultati di Conte, che raggiunse i quarti di finale ad Euro 2016 con una Nazionale poverissima, Tavecchio puntò su Giampiero Ventura per il biennio successivo. Una scelta disastrosa, visto che l’Italia sotto la guida del c.t. ex Torino non si qualificò ai Mondiali 2018 in Russia, perdendo i playoff con la Svezia.

Il giorno dopo la sconfitta, Tavecchio e Ventura diedero assieme le dimissioni. Il presidente FIGC lasciò vacante l’incarico, ricoperto temporaneamente dal commissario straordinario Fabbricini.

Tavecchio fece molto discutere anche per la nota affermazione su Optì Pobà, un immaginario calciatore africano simbolo della sua lotta, non ben espressa, contro l’acquisto di calciatore extracomunitari sconosciuti in Serie A, piuttosto che privilegiare i vivai italiani.

Keivan Karimi

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