Mercedes, arriva la resa definitiva: come reagirà Lewis Hamilton? “Le Frecce d’Argento” non sembrano più quelle di una volta
Da assoluti dominatori dell’era ibrida a terza forza del Mondiale 2022. La Mercedes ha attraversato un momento a vuoto come non avveniva dal 2013, con la speranza di rialzare a breve la testa.
La stagione 2022 di Formula 1 ha sostanzialmente ribadito quando si era visto nell’anno precedente, ovvero una Red Bull in fortissima crescita. La vera grande differenza è stata il calo netto subito dalla Mercedes e la ripresa della Ferrari, che hanno rimescolato le carte in tavola. Rispetto alla battaglia serrata, punto a punto, del 2021, è mancato di certo un pizzico di spettacolo, se non altro per mettere in difficoltà Max Verstappen.
A questo punto per vedere un 2023 scoppiettante c’è bisogno di un riavvicinamento tecnico delle tre superpotenze, lasciando poi spazio alla capacità dei piloti in pista. Leclerc avrà sicuramente a disposizione una buona Ferrari e un appoggio maggiore da parte del box, dopo l’arrivo dell’amico Frederic Vasseur. Dal canto suo Hamilton spera di essere nuovamente in grado di fronteggiare ad armi pari “Super Max“.
Il vero problema del 2022 della Mercedes è stato il progetto W13, completamente sbagliato e difficilissimo da correggere in corsa. Il porpoising ha rappresentato la spada di Damocle fino all’introduzione della Direttiva Tecnica TD039. La “guerra politica” vinta da Toto Wolff per rivedere le altezze da terra del fondo vettura, non ha però del tutto risolto il gap che separava la scuderia di Brackley dai competitor.
Di certo si è vista una Mercedes più rapida e in grado di fronteggiare Ferrari e Red Bull sul passo gara, con ancora un handicap in qualifica (per i problemi di temperatura degli pneumatici). La monoposto come dichiarato dallo stesso Hamilton, aveva anche un deficit di potenza nella power unit, almeno una 20ina di cavalli in meno rispetto ai due rivali per il campionato. Insomma un pacchetto che non funzionava e che richiede ora in vista del 2023 una revisione completa.
A confermare tutte queste interpretazioni ci ha pensato lo stesso team principal della Mercedes, Toto Wolff, intervistato recentemente dal Times.
“Abbiamo sbagliato la fisica. Non è un mistero, è la realtà: abbiamo interpretato male alcuni regolamenti, ponendo troppa enfasi sulla ricerca di prestazioni in una vettura che doveva correre a terra, molto bassa. Ma non si può correre così in basso, perché il fondo tocca l’asfalto”.
“Per questo abbiamo dovuto sollevare la W13, ma questo ha cambiato di nuovo le carte in tavola. Sembra una spiegazione banale, ma è la realtà“, prosegue Wolff.
“Siamo stati fortunati a vincere otto titoli costruttori di fila, una cosa senza precedenti. E questo è dovuto al fatto che qui diamo potere al personale. Sarebbe davvero strano se iniziassi proprio ora ad intromettermi in decisione tecniche dopo tutti questi anni di successi. Cerco di guidare la mia squadra partendo da una prospettiva umana, chiedendomi se ci sia qualcosa di cui abbiamo bisogno in termini di risorse aggiuntive. Detto questo, sono responsabile in quanto CEO e co-proprietario del team. E noi, come squadra, abbiamo sbagliato“.
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