Michael Schumacher, che brividi: la confessione emoziona il mondo dello sport. Il campione tedesco è nel cuore di tutti i ferraristi
Nonostante non ci siano grandi aggiornamenti sulle sue condizioni fisiche, Michael Schumacher continua a fare notizia. Il suo rapporto in passato con l’Avvocato Gianni Agnelli era davvero speciale.
Erano anni fantastici per la Ferrari e per la Juventus. Gli anni ’70 e ’80, i fasti del made in Italy e le vittorie in campo calcistico e motoristico. Con enorme passione per entrambe, l’Avvocato Gianni Agnelli non perdeva occasione per presenziare ad un Gran Premio o ad una partita al Comunale. La sua lungimiranza imprenditoriale era nota a tutti nell’ambiente e anche con Enzo Ferrari si era creato un certo feeling (nonostante le gelosie di facciata).
Sicuramente rispetto al periodo contemporaneo la gestione della Rossa di Maranello era profondamente diversa e certe cose non accadevano. L’ordine e le gerarchie regnavano sovrane nel box, arricchito da personaggi straordinari come Jean Todt, Ross Brawn e dal valore aggiunto di un pilota formidabile come Michael Schumacher.
Come detto Agnelli era molto legato alla Ferrari e oltre che esserne un grande osservatore delle vicende sportive, era anche un collezionista e apprezzava tutti i particolari dei gioielli sfornati dalla fabbrica modenese.
Nel suo garage figuravano infatti modelli come la 212 Inter, la 375 America, la 400 Superamerica, la 365 P Speciale, la Testarossa e la F40, ovviamente tutte personalizzate con versioni uniche.
Per omaggiare la sua scomparsa, il Reparto Corse di Maranello decise di intitolare la vettura del campionato di Formula 1 2003 proprio a lui, con la sigla GA. Quella monoposto, guidata dal grande Schumi vinse il quarto titolo mondiale piloti consecutivo e il quinto costruttori, confermando la Scuderia sul tetto del pianeta dei motori.
A confermare che Gianni Agnelli avesse una grande attrazione sportiva per piloti come Schumacher e Senna, è stato recentemente Lapo Elkann, in una bella rivista rilasciata a Walter Veltroni sulle colonne della rivista Oggi.
“Il suo pilota preferito era quello che vinceva. Credo abbia per questo molto amato Michael Schumacher. Poi gli piaceva Gilles Villeneuve, il suo modo di guidare. E Ayrton Senna, che se non fosse morto in modo così tragico, l’anno dopo sarebbe venuto in Ferrari. Amava il talento e il coraggio e li riconosceva anche negli avversari. Era un vero uomo di sport”, spiega Elkann.
Poi in riferimento alla Ferrari aggiunge: “Come ho detto, lui salvò il Cavallino Rampante, evitando che fosse venduto agli americani. Poi scelse le persone giuste: Luca di Montezemolo e Jean Todt. Lui stravedeva per le macchine Ferrari e amava tutte le cose belle della vita. Non basta essere ricchi per apprezzare il bello. Il gusto non si compra“.
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