Gianluca Vialli è morto a causa del tumore contro cui da anni combatteva: il suo discorso da brividi prima della finalissima
Non ce l’ha fatta Gianluca Vialli. Il tumore al pancreas contro il quale lottava da anni lo ha costretto ad arrendersi. L’ex bomber è morto questa mattina a Londra, dove era in cura da qualche settimana in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni.
Era lo scorso 14 dicembre quando Vialli aveva annunciato la sospensione degli impegni da capo delegazione con la Nazionale. Una decisione presa in accordo con i medici per concentrarsi tutto sulla sua battaglia.
Sul mandare via quel compagno di viaggio (come Vialli definiva la malattia) che voleva a tutti i costi scacciare. Ha affrontato a testa alta le difficoltà, come faceva in campo con gli avversari. “Mi sono fissato degli obiettivi a lunga scadenza – disse in un’intervista in cui raccontava la malattia –. Morire dopo i miei genitori e portare all’altare le mie figlie“.
Non ce l’ha fatta, ma ha lasciato indelebile la testimonianza del suo coraggio. Un coraggio testimoniato anche da un discorso da brividi che Vialli volle tenere prima della finale degli Euro 2022 tra Inghilterra e Italia. Un discorso toccante che è rimasto nella mente di molti dopo essere stato trasmesso nel documentario “Sogno Azzurro” dedicato proprio al successo di Wembley della Nazionale guidata dal suo amico Mancini.
Il discorso di Vialli prima di Inghilterra-Italia
Un discorso che riprende quello del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, parole cariche di emozioni e motivazioni che hanno fatto centro con il gruppo azzurro. “Non è colui che critica a contare – le parole pronunciate da Vialli – né colui che indica quando gli altri inciampano o che commenta come una certa azione si sarebbe dovuta compiere meglio“.
Un modo per dire di lasciar cadere nel vuoto le critiche e scendere in campo con coraggio, testimoniato dalle parole successive: “L’onore spetta all’uomo nell’arena, all’uomo con il viso segnato da polvere, sudore e sangue“. “L’uomo che lotta con coraggio” che magari anche sbaglia “sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze“.
Vialli con questo discorso infonde coraggio ad una squadra che avrebbe poi vinto gli Europei. L’uomo coraggioso è quello che “dedica tutto se stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta“. Un uomo che sa bearsi dei suoi trionfi ma che “quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato“. Ed è proprio questo l’uomo che – conclude Vialli – “non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta“.
Vialli, la carriera tra campo e panchina
Un discorso emozionante quello di Gianluca Vialli, capace di toccare le corde degli azzurri e non solo. Un discorso da brividi per chi nella sua carriera ha conosciuto il valore della vittoria ma anche il peso della sconfitta. L’inizio alla Cremonese, i successi alla Sampdoria con il suo ‘gemello’ Mancini, ma anche la Coppa Campioni soltanto accarezzata in blucerchiato e poi vinta con la Juventus. Quindi il Chelsea, dove ha avuto modo di debuttare anche in panchina. Vittorie e sconfitte, ma sempre a testa alta.